11 gennaio 2011

Articolo 241 del codice penale

Sto leggendo il libro di Aldo Giannuli, "2012, la grande crisi", un saggio sui possibili scenari internazionali (economici e politici) nel prossimo biennio, post crisi, denso di avvenimenti politici.
C'è un punto in cui si parla dell'Italia: il suo debito, alto ma stabile, con un basso indebitamento pubblico.
Punto debole, la sua politica interna e internazionale (e il vizio di parlare della politica interna quando si è in visita all'estero).
L'autore parla anche dell'approvazione di un federalismo fiscale Cosa potrebbe destabilizzare la situazione economica del paese.
Che effetti economici avrebbe sulla nostra economia (anche per i rischi che questa porti poi ad una secessione del paese)?

Come si dividerebbero i debiti le due Italie? Che moneta verrebbe usata (nel caso si passasse anche all'euro forte e euro debole come vuole la Germania)?
Non è azzardato, racconta Giannuli, ipotizzare un costo di 150-170 miliardi di euro, in sei sette anni. Sarà in grado di reggere, l'Italia, le tensioni politiche sociali ed economiche di una riforma federalista?

Nello stesso tempo gli esponenti della lega non perdono occasione per creare un immaginario favorevole alla secessione (parola presente nel loro Statuto). In tale direzione si pongono anche gli episodi del sole delle Alpi nella scuola di Adro, le polemiche per le celebrazioni dei 150 anni.
Come se l'articolo 241 del codice penale fosse stato abrogato.

Art. 241 Attentati contro la integrita’, l’indipendenza o l’unita’ dello Stato
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti violenti diretti e idonei a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza o l’unità dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni (1).
La pena è aggravata se il fatto è commesso con violazione dei doveri inerenti l’esercizio di funzioni pubbliche.
(1) Il testo originario comminava la pena di morte.
Articolo così modificato dalla L. 25 gennaio 2006 sui reati di opinione.

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