21 luglio 2010

Cosa succede nel palazzo

Talvolta spiare dal buco della serratura è l'unica strada per sapere cosa succede nel palazzo.
Che sia il comune, la regione o il palazzo a Roma: poco cambia. Fosse per loro, sempre pronti a consegnarsi premi (sul Duomo) e a negare crisi o problemi, non saremmo tenuti a sapere nulla.

E poi magari ti trovi una "bomba biologica" in piena Milano (e per fortuna che il tema dell'Expo è nutrire il pianeta).
Che dicono Moratti, Podestà e Formigoni? Nulla?

Oppure, leggendo le cronache locali, scopri che i tuoi treni da povero pendolare, che la cricca (o P3 come viene anche chiamata), tramite Flavio Carboni, avrebbe cercato di mettere le mani sulle Ferrovie Nord:
"Flavio Carboni ha tentato di mettere le mani anche su Ferrovie Nord, con una tangente di 30 mila euro per partecipare all’appalto per la riqualificazione delle stazioni del gruppo, e l’impegno a firmare contratti di consulenza per 900 mila euro al mediatore. La notizia è apparsa oggi sul Corriere della Sera, ed è di quelle esplosive, perché la controparte di Carboni sarebbe stata la Regione Lombardia."

La società Hgp, “riconducibile a Carboni e Piana”, avrebbe dunque pagato per partecipare all’appalto di riqualificazione delle stazioni, dando il denaro “su indicazione della dirigenza Vienord”, società del gruppo Fnm. Gli investigatori scrivono ancora: “sulla missiva appare il riferimento a due contratti di consulenza per il valore di 450 mila euro ciascuno che l’Hgp avrebbe dovuto, sempre su indicazione della dirigenza delle società Vienord, stipulare con lo stesso Mazarino e con tale Stefano Picotti”.
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L’assessore regionale alle infrastrutture, il varesino Raffaele Cattaneo, raggiunto telefonicamente non vuole commentare la notizia, perché, spiega, “i fatti riguardano l’azienda”.Di cui però regione Lombardia detiene una significativa quota di azioni.

Poi senti i governatori delle regioni lamentarsi per i tagli della manovra di Tremonti e agitare lo spauracchio del taglio ai trasporti ..


Ci sono anche gli appalti di Palazzo Marino tra le opere finite nelle carte dell’inchiesta sulla ’ndrangheta in Lombardia. Tre cantieri pubblici: la riqualificazione ex Ansaldo in via Tortona, il deposito delle auto rimosse della polizia municipale e quello dell’Atm in via Marignano e per le opere stradali al Corvetto. Tre appalti rispettivamente da 60 e 17 milioni e da 500 mila euro, dove secondo la Dda hanno lavorato i mezzi della Perego general contractor srl, l’azienda scalata dalle cosche della ’ndrangheta per aggiudicarsi i lavori pubblici.

Perego e soci cercano di strappare un subappalto al cantiere del nuovo polo del Palazzo di Giustizia in via Pace (dove poi i carabinieri fotograferanno i mezzi della società). E’ il 10 giugno dell’anno scorso quando Perego chiede aiuto ad Oliverio per fare pressioni su due funzionari del Comune (una donna e un geometra) che «creano problemi» sul subappalto per il movimento terra: «Quella cretina lì ci vuole denunciare... », dice Perego in un’intercettazione. Ma da Palazzo Marino non partono segnalazioni alla magistratura.

In contemporanea viene chiesto aiuto anche a un dirigente della Regione, Guido Nardini (candidato a Cinisello Balsamo con il pdl). L’obiettivo è quello di parlare con il dirigente del Settore gestione amministrativa progetti e lavori del Comune, Giorgio Riccadonna. Ed effettivamente nel giro di poche ore Perego e Pavone riescono a trovare l’intermediario giusto con Riccadonna, il quale esprime dubbi sulle attività della Perego: «Come fanno a lavorare ovunque dato che sono così fuori posto?».

In effetti, da settembre 2008, le imprese di Perego sono sommerse di protesti, guarda caso da quando nella società arrivano Pavone e lo ’ndranghetista Salvatore Strangio, eppure lavorano al Portello e a Citylife. Cosa dica Riccadonna non si sa, ma il 15 giugno l’imprenditore Enrico Rebai (l’aggiudicatario dell’appalto) chiama Perego e riferisce quanto gli avrebbe comunicato il dirigente di Palazzo Marino: mi ha detto, «se vuole ricevo lei, ma per cortesia non porti le altre persone, perché io non voglio... se loro dicono che hanno ragione mi facciano dei documenti, perché io ho un documento che loro non sono a posto».

Ecco, pare che dentro il Palazzo Marino sapessero che qualcosa non era a posto.

"Nell’aprile del 2009 vengono intercettate telefonate di Perego e Strangio che partono dall’area del cantiere per il deposito automobilistico Atm e di quello della polizia municipale, di via Marignano. C’è anche la foto del cartellone dei lavori: alla voce subappalti compare la Perego. L’azienda da 7 mesi è nelle mani degli Strangio. Ma l’appalto non viene bloccato."

A proposito: per la mancata bonifica della ex Sisas di Pioltello (che il re delle bonifiche Grossi non ha fatto), rischiamo una mega sanzione di 400 milioni di euro dall'Europa (TG3 regionale 20 luglio).

PS: non male nemmeno le passeggiate di Formigoni, vero (via Civati e Gilioli)?

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