09 aprile 2010

Annozero: il profeta

La crisi che ancora c'è (con i casi dei suicidi al nordest, con i cassintegrati della Vynils a l'Asinara) e la cura miracolosa del federalismo fiscale: una puntata, quella di Annozero, ricca di contrasti.
Il profeta era il titolo della puntata, dove il profeta è il ministro Tremonti, profeta o forse meglio "pifferaio magico".
Che è riuscito a spiegare come l'Italia abbia tenuto durante la crisi, grazie al fatto di essere distribuita su comuni e non su agglomerati; grazie alla famiglia e alla presenza dell'Inps.
I conti pubblici non ci hanno permesso di investire e spendere, ma il governo ha tenuto assieme il paese.
E la l'unione e la solidarietà dei piccoli imprenditori con i loro operai lo testimonia.
Ma il federalismo sarà la chiave per risolvere i problemi dell'Italia.

Luca Ricolfi (autore de "Il sacco del nord") spiegava come le tre componenti che hanno causato lo squilibrio dare-avere delle regioni (quantificato in 50 miiardi) siano l'evasione, le differenze della spesa pubblica e le inefficienze e gli sprechi.

Col federalismo, con le regioni costrette a controllare la propria spesa (Tremonti tra i controllori mettava anche cittadini e informazione ..), diminuirebbero sprechi e si avrebbe questa torta di 50 miliardi da mettere sul tavolo per far ripartire l'economia.

Stesso parere dell'economista Stefano Galli (università Statale).

Tutto bello, se fosse realizzabile. Che un federalismo fatto bene non possa portare frutti al paese, sono d'accordo anche io.
Il punto è che io di queste persone non mi fido: come si fa a parlare di controllo della spesa, di lotta all'evasione, di riduzione dei costi (in coerenza con le tasse incassate) con un governo dello scudo fiscale, che non fa leggi serie contro la corruzione, dove anzi i corrotti rimangono ai loro posti.
Un governo (ma è un problema di tutto il paese) dove medici e dirigenti delle Asl sono di nomina politica.

Lo stesso Ricolfi era dell'idea che un federalismo annacquato, all'italiana, fatto male, potrebbe essere il colpo di grazia per il paese.
Con un federalismo fatto bene invece, non è vero che ci guadagniamo tutti: ieri sera si è fatto l'esempio dei falsi invalidi. Chiaramente una stretta sulle pensioni, coerentemente col modello fiscale, porterebbe ad uno scontento di queste persone.
Specie al sud, dove il meccanismo assistenziale è stato usato per raccogliere voti.
Voti in cambio di una pensione.
Voti in cambio del lavoro, come in Calabria, come emerso nell'inchiesta Why Not.

Ecco: i nnostri cari politici, capaci di vedere il sud solo come un enorme serbatoio di voti, saranno capaci di mettersi in gioco?
Ancora: l'evasione e la corruzione. Con un controllo stretto della spesa e degli sprechi, si dovrà fare la lotta alla corruzione.
E io, su questa volontà, ho seri dubbi.

E il federalismo fiscale fatto così, senza un controllo trasparente, deciso durante una cena e non in parlamento, da politici che non sono credibili, mi fa veramente paura.
Perchè le persone autorecluse al carcere dell'Asinara, le loro 3500 famiglie, hanno bisogno di una risposta (industriale, per il petrolchimico e politica) ora.


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho visto la puntata, ma di argomenti concreti ho trovato solo quelli di Travaglio sui costi della nostra cara casta politica. Mi aspettavo un dibattito fra Tremonti e Ricolfi su come il governo pensa di attuare il federalismo fiscale, ma è evidente che siamo in una fase ancora embrionale.

alduccio ha detto...

Proprio questo mi fa paura: questi aprendisti stregoni, che maneggiano la Costituzione come se fosse un'azienducola del nordest (con tutto il rispetto).