30 aprile 2010

Avere la coscienza a posto

Gli appalti del G8:
Scajola "Da parte sua Scajola ha ringraziato il Cavaliere, ribadendo di avere la coscienza a posto."

Lo scandalo del Santa Rita:
"Ho sempre agito in scienza e coscienza, possiamo aver fatto sbagli medici ma sempre in buona fede"
Pier Paolo Brega Massone su TGcom

Tutti candidi e con la coscienza a posto.
Avranno
la coscienza a posto anche medici, guardie penitenziarie e poliziotti per la morte di Stefano Cucchi?
Avranno la coscienza pulita anche
i cc che han pestato tre uomini di colore a Ferrara?

Istat, la disoccupazione sale all'8,8% : In un anno persi 367mila posti di lavoro.
Il dato di marzo è il peggiore dal 2002.
In un mese ci sono stati 58 mila disoccupati in più
Si, anche i nostri governanti avranno la coscienza pulita.

Benvenuti a Predappio



Il Servizio del TG3 sui nostalgici fascisti che in pellegrinaggio a Predappio con figli al seguito.
Di modo che il revisionismo e le bugie possano essere tramandate di padre in figlio.
Riuscite a immaginare scene analoghe a Pecorile?
Oppure a Reggio Emilia, all'appartamento?

Benvenuti a Predappio, benvenuti in Italia, il paese della memoria corta, e del Gattopardo.

A Roma, il sindaco ha autorizzato la manifestazione di Casa Pound del 7 maggio (dietro pressioni di esponenti del PDL). Cosa succederà ?

Annozero arrivano i nostri?

Arrivano i nostri, e i nostri sarebbero Fini e i finiani e Montezemolo: entrambi, nei confronti della crisi hanno preso una posizione scettica nei confronti della vulgata governativa che vede l'Italia messa meglio (o alla pari) degli altri paesi.
Montezemolo "il governo ha risposto bene per i conti pubblici" ma "tagli ai costi della politica sarebbero importanti per trovare risorse per infrastrutture e ricerca".
Fini "nessuno si potrà sentire al riparo quando l'onda arriva".

E dunque, mentre parte del paese non se ne vuole accorgere affato di tagli, cassintegrati, costi in aumento, un altra parte deve confrontarsi col comune che non ti da i bonus perchè immigrato.
Altri che a quarant'anni non reggono alla tensione del lavoro perso, del colloquio che va male.

E mentre il paese sembra (ma forse è solo una mia impressione) sempre più spaccato e diviso, suona veramente come una nota stonata questa polemica interna alla maggioranza.
Gli attacchi del giornale del presidente del consiglio all'avversario interno del presidente del consiglio.
La lagge sulle intercettazioni, il lodo Alfano per via costituzionale, il bavaglio alla stampa.
Se Fini vuole un giornale amico, può chiedere ad un imprenditore di comprerselo. Questa la concezione (servile) che ha una certa parte politica del mondo dell'informazione.

In studio, il segretario Bersani ha parlato della crisi nella maggioranza ma anche della crisi del mondo del lavoro.
Il Bersani furioso, finalmente, che ha detto cose di sinistra.

Cose di sinistra, ma anche cose ragionevoli.
Di fronte i giornalisti Nicola Porro e Norma Rangeri de Il giornale e Il manifesto (nessun politico della parte avversa, forse un aiutino?).
Il primo metteva in guardia dal guardare solo alla crescita è pericoloso. Anche la Spagna viveva una forte crescita, prima della crisi.
Bene ha fatto Tremonti a non aprire la borsa, come gli veniva chiesto, bene ha fatto a non abbassare le tasse (che sono anzi aumentate) ..

Troppe volte ho sentito questa frase per crederci: i conti sono rimasti in ordine, peccato che la spesa corrente sia fuori controllo e il rapporto debito/pil sia in crescita.
Le tasse sono aumentate, così come i prezzi di alcuni beni, ma non gli stipendi.
E' vero che Tremonti non ha messo i soldi su piazza per incentivare la ripresa, ma lo stesso governo ha messo in svendita l'Alitalia, sta facendo perdere soldi alla Rai, lo stesso governo ha tolto l'ICI per tutti.

I conti non sono a posto, così come anche la disoccupazione in realtà è molto più alta se si considerano quanti il lavoro oggi non lo cercano nemmeno più.
Sarebbe il caso di iniziare ad occuparsi del lavoro sommerso, di fare una seria lotta all'evasione (anzichè parlare di scudi fiscali e condoni).

Travaglio, che nel suo intervento ha parlato poi del linguaggio del PD, ricordava come il conflitto di interessi (improvvisamente scoperto anche dentro il PDL, guarda un pò il destino come è strano), è un problema di tutto il paese.
Avere le televisioni serve, per creare consenso, per nascondere le notizie.

Cosa sta facendo la sinistra oggi per questo problema?
Fino a ieri si diceva che non era vero che avere televisioni serviva. Poi si è detto che agli italiani non interessava. Poi si è inseguiti il governo sul tema delle riforme (quello si che non ineteressa a nessuno, se non ci fossero i TG Rai a ricordarceli tutti giorni).

E oggi cosa vogliamo fare, per i cassintegrati dell'Asinara (e per la chimica italiana in genere), per i lavoratori della Telecom. Per i lavoratori della Scala, messi alle porte dal cordone di polizia affinchè non disturbassero la coreografia (e nessuno tocchi il megafono a Piero Ricca).

Ieri sera Bersani si è sentito chiamato in causa: "il PD faccia una opposizione seria in parlamento" e la smetta di fare i diversamente concordi (come dice ellekappa) o "quelli che non stanno al governo" (versione Spinelli).
Ripeto le parole usate da Vendola per la sua intervista di domenica: è una questione politica e culturale.
L'Italia sta perdendo posizioni nelle graduatorie anche perchè "sta cacciando i migliori talenti" come la Germania nazista (parole di Zubin Mehta).

"Siamo un partito che merita rispetto" ha risposta a tutti il segretario: noi eravamo a fianco dei lavoratori in Sardegna mentre il premier faceva promesse.
Ecco, il tempo delle promesse è finito. Cosa si fa allora?
Paolo Mieli, ogni volta che viene ad Annozero lancia un suo monito, aveva una visione cupa: "ci avviamo ad un periodo molto difficile [..] tutto questo chiacchiericcio diventerà pericoloso".
Oggi la Grecia, domani il Portogallo. E l'Italia? Dobbiamo ancora aspettare i nostri?

Diceva Sciascia:
C’è una classe di potere che non muta e che non muterà mai se non suicidandosi. Non voglio distoglierla da questo proposito e contribuire a riconfortarla

Technorati:

29 aprile 2010

Bocchino sotto attacco

Brutta aria, anche se a leggerla vien quasi da ridere.

ROMA, 29 APR -'Allora io ti infilzo'. E' quanto Silvio Berlusconi avrebbe detto a Italo Bocchino a seguito della sua decisione di partecipare a 'Ballaro''.Questo nei giorni che hanno preceduto lo scontro in Direzione Pdl tra il premier e Gianfranco Fini, secondo quanto riferisce lo stesso esponente finiano del Pdl. 'M'ha telefonato chiedendo di non andare in tv - dice Bocchino -, gli ho detto che non esiste partito democratico al mondo dove il leader dica alla minoranza di non andare a spiegare sue posizioni.

Gianfranco Fini su Gomorra

''Berlusconi dice che Saviano, con Gomorra, rende la criminalita' italiana piu' potente nel mondo... Io dico quel che penso, il presidente del Consiglio e' meglio che queste affermazioni non le faccia - ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervistato a Porta a porta -. E' come dire che Camus, con la peste, era un untore''.

Esposizione mediatica

Detto dal presidente della repubblica, la notizia ha fatto tutto il giro dei media.

L'altro giorno il presidente del Consiglio parlava giusto di fare pressione mediatica affinchè gli italiani si abituassero al nucleare.

Il CSM tra l'altro, tramite il vicepresidente Mancino, si è detto favorevole ad un lodo alfano costituzionale («Era l'ora!») e ha chiesto una stretta ai magistrati che vogliono fare politica.

Come fece Cesare Terranova, magari. O anche Giovanni Falcone, che abbandonò la magistratura per andare al ministero della giustizia.
Entrambi uccisi dalla mafia, perchè volevano combatterla.

Ma tanto, a combatterla, ci penseranno i nostri politici (sconfiggeremo la mafia in 3 anni) e anche Mancino e Napolitano. No?

Poi qualcuno mi spiegherà come frenare altre esposizioni mediatiche:
il boss della ndrangheta che viene applaudito all'arresto
il boss Salvatore Messina che viene riverito da una folla che lo attende ai domiciliari, sotto casa

La propaganda sul nucleare è iniziata

L'aveva annunciata il presidente del consiglio l'altro giorno aa fianco di Putin (tanto per tranquillizzare gli italiani):

"bisogna che prima di individuare un posizionamento si cambi l'opinione pubblica italiana. Oggi i cittadini quando sentono parlare di centrali si terrorizzano".

"Dobbiamo fare una vasta opera di convincimento guardando alla situazione francese. Lì le comunità locali scendono in campo e fanno la guerra per avere una centrale in casa loro. In Francia le centrali hanno raggiunto l'assoluta sicurezza e nessun incidente è mai capitato. Inoltre le centrali portano tanto lavoro". (Reuters)

E ieri sera prontamente la sua richiesta è stata esaudita: Rai storia (sul digitale) ha fatto un bel servizio sul nucleare italiano.
Quanto è sicuro oggi, quanto siamo stati incoscienti noi italiani col referendum, il nucleare ci serve.
Con tanto di interviste a Chicco Testa e ad altri funzionari della passata gestione nucleare.
Il tutto gestito da Minoli, appena promosso consulente per dirigere le produzioni Rai per l'anniversario dell'Unità d'Italia.

La bolla europea

La Grecia ha un forte debito pubblico: complici le banche che han truccato i conti.
La Germania che si è opposta al pagamento da parte della UE, vanta debiti proprio con Atene, per le sue eposrtazioni di armi.

Il Portogallo è un classico esempio di bolla immobiliare: in tanti han guadagnato speculando sul debito e sulla crescita del paese.
Ad un certo punto il paese che si era addormentato col sogno di una ripresa che non è avvenuta (e nel frattempo il debito aumentava), si è accorto che molti degli oggetti erano di produzione estera.
altrove: "i taxi di Lisbona sono automobili prevalentemente tedesche, così come ascensori, scale mobili e persino i sottomarini recentemente acquistati dal governo sono made in Germany.
Il Portogallo viveva di debito proprio e altrui e ora il mercato presenta il conto."

Anche qui la Germania.

Scrive superbonus su Il fatto:
Quelli che oggi gridano alla speculazione – lo ha fatto ieri il premier greco George Papandreou parlando di “terrorismo psicologico” – sono gli stessi governanti, commissari europei e banchieri centrali che hanno creato la bolla del debito.
Combustibile della crisi e misura del contagio è la quantità di deficit corrente (quanto uno Stato spende in più rispetto a quanto incassa) e di debito accumulato, l’Italia non è fuori pericolo.
E’ soltanto l’ultima della lista (per ora). Il mercato si aspetta qualcosa che, per chi vive in Italia,
scontato non è. E cioè che il governo Berlusconi farà una manovra da 70 miliardi di euro in 3 anni. Un salasso in un tempo relativamente breve per tranquillizzare i mercati, per non accumulare altro debito e per dare, almeno,
la speranza, che potrà ripagarlo in futuro.
Per questo si ha
l’effetto ottico che i titoli di Stato italiani perdono meno percentualmente rispetto agli spagnoli e i portoghesi.
Se la casa del vicino
brucia, la nostra è piena di 1800 miliardi di liquido infiammabile, cioè debito pubblico. Il ministero del Tesoro ha fatto sapere
ieri che il governo ha pronto un decreto legge per autorizzare gli aiuti da 5,5 miliardi di euro (su 30 promessi dai 16 Paesi dell’Eu
rozona) per sostenere Atene. E nonostante le smentite pubbliche del governo di Berlino, anche la Germania avrebbe pronta
una “Legge per mantenere la stabilita nell’Unione monetaria” anticipata ieri dalla Reuters che sarebbe pronta a scattare il 10 maggio, dopo che la Grecia avrà approvato l’ennesimo pacchetto di misure di austerità. Se non sarà già troppo tardi.

28 aprile 2010

Milano ordina - intervista ad Alfio Caruso

Milano ordina uccidete Borsellino di Alfio Caruso

Milano ordina uccidete Borsellino.
L'estate che cambiò la nostra vita.

Il libro di Alfio Caruso si inserisce in quel filone di libri uscitti di recente, che han cercato di mettere in luce quanto accaduto nelgi anni delle bombe della mafia: le stragi di Capaci e via D'Amelio, e le susseguenti bombe per la strategia della tensione di Cosa Nostra. Ancora ad oggi non sappiamo ancora chi ha premuto il pulsante che spazzò via il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta.
Non sappiamo i veri motivi che spinsero la mafia ad accelerare l'attentato dopo "l'attentatuni" a Capaci; non sappiamo chi siano i mandanti a volto scoperto che spinsero zu Totò per forza la mano stragista.
O meglio: due procure hanno archiviato in periodi diversi, due procedimenti a carico di Alfa e Omega (Berlusconi e Dell'Utri), perchè mancavano prove concrete per proseguire le indagini.

Alfio Caruso cerca allora, di guardare a questi episodi della guerra di mafia cercando di "volare alto", senza soffermarsi troppo sulla manovalanza mafiosa che sicuramente si imegnò a piazzare l'autobomba. Utilizzando anche le rivelazioni emerse dal pentimento di Gaspare Spatuzza, il libro smonta la tesi "Scarantino" che ha portato ad oggi delle condanne che andranno forse riviste.
L'autore si chiede chi avrebbe organizzato tutta questa messinscena (non può essere farina della bassa manovalanza)? Chi ha avuto tutto l'interesse ad arrivare a questa rapida soluzione? Poliziotti magistrati troppo zelanti?

Caruso, che è giornalista e storico capace di raccontare i fatti e di metterli in fila, racconta della pista seguita dall'uomo dei telefoni Gioacchino Genchi: le telefonate finite ad un numero su Castel Utveggio, una costruzione sul Monte Pellegrino da cui si godeva ampia visuale sul luogo della strage.
La sede del Cerisdi, una società riconducibile al Sisde di Contrada (che ha sempre smentito la sua presenza sul luogo della strage).
L'agenda rossa di Paolo Borsellino, sparita da via D'Amelio e che oggi forse costituisce una valida polizza di assicurazione per qualche politico che con essa può ricattare a destra e a manca.

La zona grigia tra lo stato e l'antistato, che sembra una costante della storia della guerra alla mafia, dai tempi del bandito Salvatore Giuliano: talpe, spioni dalla faccia brutta visti sui luoghi dei delitti, il signor Franco (consulente di Massimo Ciancimino e uomo dei servizi). Una guerra in cui non è chiaro il confine tra complicità o tradimento e infiltrazione: come nella famosa e sempre smentita trattativa tra stato e corleonesi per la fine delle bombe.
Quale è stato il ruolo del Ros? Veramente dietro la trattativa non c'era alcun avvallo dei politici (succedutisi in quella terribile estate del 92, in particolare i ministri della giustizia e dell'interno): Ciancimino li fa i nomi. E i magistrati hanno l'obbligo di fare chiarezza sul loro operato.
Quale il ruolo del sismi, della base Gladio a Trapani (il centro scorpione, già finito nelle cronache per l'omicidio Rostagno)?
Servizi deviati, massoneria ed eversione: il pantano e il veleno che invischia le stragi e le bombe è di difficile comprensione.
Ma una cosa è certa: Borsellino aveva fretta di agire, e altrettanta i suoi carnefici.
Chi aveva interessa ad alzare il livello dello scontro?

Il libro individua un movente in particolare, e in questo è la sua originalità rispetto ad altri saggi: fa alzare la testa al lettore, per gettare lo sguardo sulla città dove la mafia faceva e fa affari. La Milano delle banche, del riciclaggio, degli investimenti.
Borsellino intendeva riaprire il faldone dell'inchiesta del Ros (e anche su questa tanti misteri e ombre) "Mafia e appalti": già Falcone aveva commentato con la frase "Cosa nostra si è infiltrata in borsa" dopo l'acquisizione della Calcestruzzi (Holding Ferruzzi) della Calcestruzzi Spa di Palermo di Nino Buscemi.
Borsellino inoltre, nella celebre intervista al giornalista francese Fabrizio Calvi, aveva parlato del rapporto fra imprenditoria e mafia.
Intervista dove si parla di Mangano, Berlusconi e di Cosa nostra che stava diventando impresa...

La seconda parte del libro ricostruisce (anche qui, usando le rivelazioni recenti di Massimo Ciancimino ancora da vagliare) la trattativa: gli incontri tra uomini del Ros e Ciancimino come tramite della mafia (oggi l'ex generale Mori è sotto processo a Palermo); il papello, le promesse, la trattativa che si interrompe e di cui forse anche Borsellino era a conoscenza.
Gli arresti eccellenti di fine 92: Bruno Contrada, Vito Ciancimino, e il suicidio del giudice Signorino.

Il cambio della strategia dopo le bombe a Firenze, Milano e Roma, in coincidenza con la genesi del nuovo partito politico di Forza Italia.
E dietro questo, tutti i dubbi sulle sue origini, sui primi finanziamenti all'impero del presidente Berlusconi (fin dai tempi della banca Rasini).
I nuovi garanti dell'accordo che, sempre secondo Ciancimino, sarebbero stati Dell'Utri e Provenzano.
Provenzano l'intoccabile, nonostante le impebeccate della fonte "Oriente", al secolo Luigi Ilardo, primo infiltrato in cosa nostra, sulla cui morte sul mancato blitz a Mezzojuso del 1995 (dove poteva essere arrestato buona parte del gotha mafioso), di cui hanno parlato i giornalisti Biondo e Ranucci nel loro libro "Il patto", è aperto un processo.

Infine le coincidenze.
Forse è l'ultima occasione per cercare la verità.
Capire chi ha agito alle spalle dei boss di Cosa Nostra Riina e Provenzano che, sempre ritenendo vere le ultime rivelazioni, appaiono più come pupi che come pupari.
Anche oggi, come nel 1992, si parla di leghe meridionali, con gli stessi programmi che ritornano dai tempi di Finocchiaro Aprile del Mis.
Mis che fu usato dai politici del PUS (Partito Unico Siciliano) per arginare la democrazia e proteggere latifondi e interessi.

Oggi nel PUS in Sicilia c'è dentro perfino un pezzo della sinistra, assieme al presidente regionale Lombardo.
Che è quanto avvenuto, come ricorda l'autore nelle ultime righe, durante l'esperienza di Milazzo. In pratica il primo governo della mafia.

Il sito di Alfio Caruso.
"Il patto" di Nicola Biondo e Sigfrido Ranucci.
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati:

Il bilancio (a Milano) può attendere

Entro il 30 aprile il comune di Milano (quello sotto le luci dei riflettori per l'expo), avrebbe dovuto approvare il bilancio, previo commissariamento.
Con un decreto del ministero dell'Interno, si è prorogata la scadenza di 2 mesi.
Su AffariItaliani si riporta anche che

E' stato respinto con 25 voti contrari e 15 favorevoli l'emendamento al Bilancio di previsione 2010 con il quale il Pd chiedeva che nel documento venisse inserita la garanzia che l'erogazione del servizio mensa nelle scuole comunali milanesi non venga "mai e comunque" sospesa nei casi di insolvenza. L'emendamento ha ottenuto parere negativo dall'aula dopo la bocciatura anche di un subemendamento piu' esplicito presentato dal capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino, con il quale si chiedeva di inserire la frase "a differenza di quanto accaduto nel Comune di Adro".

Il bilancio può attendere.

Schifani e il Fatto

Da Il fatto quotidiano di oggi:
Il presidente del Senato chiede 720.000 euro di risarcimento per le inchieste pubblicate dal quotidiano.
La direzione risponde: "Le indagini giornalistiche proseguono, noi non ci faremo intimidire
".

Continua:
... dopo aver letto le 54 pagine della citazione, dobbiamo confessare la nostra sorpresa: nonostante gli sforzi non abbiamo ancora capito quali delle notizie riportate su il Fatto Quotidiano non siano vere. A questo punto chi ha ragione e chi ha torto non lo potrà che stabilire il giudice.

Certo, avremmo preferito che il presidente Schifani, proprio per l'importante incarico pubblico da lui ricoperto, avesse risposto alle numerose e-mail contenenti dettagliate richieste di chiarimenti che gli abbiamo inviato prima di scrivere ogni pezzo. E ora ci saremmo aspettati almeno una querela penale che, da una parte, avrebbe consentito al pubblico ministero di svolgere autonomamente indagini sui fatti contenuti negli articoli in maniera più ampia rispetto a quanto si può fare in sede civile. E che, dall'altra, sarebbe potuta sfociare, in caso di un nostro rinvio a giudizio, in un dibattimento pubblico senz'altro interessante per chi vuol conoscere i trascorsi della seconda carica dello Stato.

In passato, quando Schifani era ancora il semplice capogruppo di Forza Italia al Senato, le cose andarono proprio in questo modo. Il nostro Marco Lillo, all'epoca a l'Espresso, pubblicò un'inchiesta sui soci di Schifani poi condannati per fatti di mafia o finiti sotto processo per altri reati. Il pm stabilì che ciò che Lillo aveva raccontato era vero e la querela fu archiviata. Per questo, dopo aver riletto l'atto di citazione, oggi pensiamo che la causa miri più che altro a mettere una spada di Damocle economica sulla testa di un giornale appena nato. Ma se le cose stanno così, i nostri lettori possono stare tranquilli.

PS: non è quantomeno scorretto politicamente che un esponente della maggioranza che cerca di far ritornare l'immunità parlamentare, di approvare il lodo alfano in forma costituzionale (forzando la costituzione), poi usi il Tribunale per farsi giustizia?

Gli articoli:
20/11/2009 - Schifani e il palazzo abitato dai boss di Marco Lillo

26/11/2009 - "Schifani incontrava Graviano, l’uomo delle stragi e dei contatti milanesi" di Peter Gomez e Marco Lillo

27/11/2009 - I soci di Schifani? Arrestati, condannati e confiscati diPeter Gomez e Marco Lillo

13/01/2010 - Quando Schifani faceva l'autista di Marco Lillo

L'imbroglio intercettazioni

Tra le altre cose, ieri sera a Ballarò si è parlato di intercettazioni.
Dove si è usato come specchietto per le allodole la scusa della privacy (e le telecamere per le strade? e la data retention dei provider internet?) per cercare di arginare uno strumento di idagine.
Che però è anche uno strumento di informazione.
Il cittadino che legge, se vuole, capisce.

Così mentre negli Stati Uniti la Sec con le intercettazioni riesce a fare indagini sulla Goldman e su quanti ne hanno approfittato della crisi a Wall Street, in Italia ce la prendiamo soprattutto con chi fa uscire le intercettazioni alla stampa.
Con chi le pubblica, anche se si tratta di atti pubblici.

Il paradosso è sentire il confronto tra Sofri (garantista di sinistra) e Bondi (garantista di Berlusconi).
Si parla delle scalate dei furbetti e della telefonata "abbiamo una banca?".

Le intercettazioni di Fassino, sebbene prese in modo illegale e portate al presidente del Consiglio, sono una notizia e come tale un giornalista le dovrebbe pubblicare e pagarne le conseguenze.
Altro discorso sono le campagne mediatiche che, a quanto pare, si possono fare solo se l'intercettato non parla con lui.

Sofri - Ma le intercettazioni andavano pubblicate?
Bondi (incalzato da Floris) - Certo, risponde Bondi.

Ecco, quando si parla di garantire la privacy, nel PDL parlano di questo. La privacy degli amici.

27 aprile 2010

L'ultima lettera (anonima) a Ciancimino

“Almeno questa volta usi la sua testa – è l’invito rivolto a Ciancimino da queste gente non potrà mai ottenere niente, non vada più a farsi usare da Procure come quella di Palermo e Caltanissetta, non si faccia coinvolgere ulteriormente. Un consiglio: vada via dall’Italia, taluni crediti non possono essere più posticipati. Sono state disposte più operazioni a garanzia della democrazia, tutte in attesa di essere eseguite”.
Riportata da Salvo Palazzolo su Ipezzimancanti.

Cosa avranno voluto dire con la frase "Sono state disposte più operazioni a garanzia della democrazia, tutte in attesa di essere eseguite"?

Altre news in tema:

- Preso Tegano, boss della 'ndrangheta. Uno dei 30 latitanti più pericolosi.

- Potrebbe avere presto un nome e un cognome uno degli 007 che Massimo Ciancimino avrebbe visto più volte in compagnia del “signor Franco”. Il misterioso agente dei servizi segreti che secondo il figlio di don Vito avrebbe avuto un ruolo nella famosa trattativa tra la mafia e lo Stato.

Uomini che uccidono le donne

A Torino, una donna e' stata uccisa a coltellate a Torino dal marito dopo un violento litigio, scoppiato durante la notte.
A Udine, 39enne geloso uccide la moglie e chiama i carabinieri: arrestato
In Sardegna un uomo, Giovanni Antonio Delogu, di 43 anni ha sparato alla sorella Sebastiana, di 47 anni, e al cognato, Graziano Manca.
A Mantova, Omar Bianchera, di 42 anni, ha ucciso l'ex moglie, una vicina e un'altra persona e poi si e' dato alla fuga.
L'Italia ha il primato europeo dei reati familiari di uomini contro le donne.
Cosa sta succedendo nel nostro paese?

Dell'assassino di Mantova si è detto tutto e il contrario di tutto: che l'uomo non aveva dato segni di minaccia; che invece aveva fatto piccole ritorsioni contro la moglie. La realtà è che, nonostante lo stalking, avesse in casa tante armi.
Tutto legale.
Ma a Mantova, come nel resto d'Italia, le mura domestiche hanno nascosto a quanti non hanno voluto vedere (parenti, amici, e mettiamoci anche la chiesa) la tragedia che covava.

24 anni dopo Chernobyl

Ieri pomeriggio, a 24 anni da Chernobyl, il capo padrone del paese ha firmato in una sua villa privata un accordo istituzionale col padrone russo.
In barba agli italiani, al referendum, ai tanti dubbi su sicurezza e scorie.

Ah, un'altra cosa: ha aggiunto che farà una martellante campagna stampa di propaganda a favore del nucleare.
Non vedo altro modo di raccontare la notizia.

26 aprile 2010

Parole di sinistra

Di certo Niki Vendola non ha bisogno dello sprone di Morettiana memoria "di qualcosa di sinistra": forse per questo, non era tra i candidati iniziali in Puglia.

L'intervista di Niki a Che tempo che fa dove ha parlato di modello culturale e politico della sinistra, di libertà, tolleranza e lavoro.
Lavoro: questa parola che oggi, nell'euforia delle riforme, è stata dimenticata da tutti.

Segnalazioni:
- su repubblica, la mappa
delle aziende in crisi.
- "Rosarno, immigrati schiavizzati" In carcere i caporali della rivolta


Report il futuro è passato

Il futuro che è già passato è quello che stiamo rubando alle generazioni che oggi con molta fatica sono entrate o stanno entrando nel mondo del lavoro. Futuro rubato perchè a queste persone il sistema offre lavori scarsamente qualificati, mal retribuiti e una pensione che arriverà tardi e sarà di poco superiore a quella sociale. Si dice che questo succeda perchè in Italia abbiamo troppi vecchi e pochi giovani che pagano i contributi, e allora per questo occorre abbassare le pensioni. Per questo occorre rivedere al ribasso il welfare, è l'Europa che ce lo chiede, si sente dire.
Tutto falso: al netto delle tasse, del TFR, le tabelle Eurostat riportate nella puntata di Report indicano come l'Italia spenda di meno della media europea in pensioni, in pensioni di invalidità, in bonus per la famiglia.
6999 la media UE.
6515, la spesa italiana.

Falso anche che il carrozzone dell'Inps sia in rosso (ha un positivo di 6,8 miliardi di euro): la verità è che il sistema introdotto in Italia, della flessibilità del lavoro, ha portato a troppe forme di contratto, dove le aziende fanno i furbetti pur di pagare meno contributi (con contratti part time, con partite IVA, con il lavoro discontinuo), con stipendi al limite della fame, senza straordinari pagati, senza ferie. Pagare poco, anche in nero, per guadagnare il massimo, e magari spostare anche su conti esteri questi soldi. Tanto, prima o poi, un condono, uno scudo arriva.
Il risultato è un mondo del lavoro di precari eterni, una generazione cui è rubato il futuro. Un sistema che, se non vi si pone rimedio, portetà il paese al collasso.

L'inchiesta, partendo da questa impostazione generale, ha messo in luce anche alcune situazioni paradossali: come le partite Iva dentro i sistemi informatici dell'Inps, affidato a ditte esterne appaltatrici. Di fronte a 300 dipendendeti inps, ci sono 1200 esternalizzati: ragazzi che temono pure di doversi esporre, per delle rappresaglie sul posto di lavoro. Dipendenti che fanno un lavoro come un dipendente fisso, ma che devono emettere 12 fatture per prendere gli stipendi. Persone che non godono di malattia, per uno stipendio di circa 1000 euro.
Inps sa di questa situazione. A capo, c'è il presidente e commissario straordinario Mastropasqua: 2 stipendi per le due cariche (125000+50000 euro circa).
Il presidente dai troppi incarichi, di cui si è pure occupata la Corte dei conti. Forse è proprio per la legge del contrappasso , a chi tanto a chi poco.
Presidente Inps, Equitalia, pres. Colleggio dei sindaci, di società di call center di Coni Servizi.
Ecco, Coni servizi non paga i contributi ai dipendenti all'Inps: di mezzo ci sono le stesse persone e gli stessi avvocati. Tutto normale?

Il call center di Bari: qui i lavoratori hanno un contratto a progetto per 6 ore al giorno, contratto rinnovato di 3 anni in 3 anni, per 800 euro al mese.
Lavoro part time e contributi ridotti: perderanno circa 8-9 anni di contributi alla pensione, se mai vi arriveranno.
Il 54,2% delle pensioni future sarà sotto i 500 euro.

Perchè con la riforma Dini, le iniquità del mondo del lavoro, si trasmettono poi nella tua pensione. Se hai passato la vita tra lavori determinati, lavoro nero, co co pro, non puoi aspettarti nulla di buono su questa terra.
Chi ci guadagna sono le cooperative, le società appaltatrici e subappaltatrici che, anche con lo spauracchio della crisi, possono pure permettersi di ricattare.

I lavoratori della LSU (lavori socialmente utili) del Lazio. Altro caso emblematico: disoccupati dal 1994, sono stati dirottati nella Pubblica amministrazione, in cui non si fanno concorsi da tempo.
Per 500 euro fanno i lavori impiegatizi, senza straordinari e spesso senza contributi per gli straordinari. Come fossero figurine, da prendere e spostare.

L'ecomista Roberto Pizzuti spiegava come questo sistema veda nel Welfare un costo (anziché un meccanismo in cui a guadagnare è tutto il sistema in modo organico); il sistema produttivo cerca oggi gente non formata: il modello ideale è proprio l'immigrato.

Gli immigrati ci salvano.
Gli immigrati che oggi lavorano e pagano i controbuti stanno tenendo in piedi il meccanismo delle pensioni, perchè versano i contributi e hanno un'età prenderanno la pensione più avanti negli anni. Sono 2 milioni (il 10% dei lavoratori dipendenti) e versano 7 miliardi alle casse dell'Inps.
Producono ricchezza: come anche i loro fratelli, impiegati però nei lavori a nero. Per la raccolta di arance, di pomodori. Lavoratori sottocosto per merci sottocosto che troviamo nei banconi dei supermercati.

Le truffe all'inps.
Laddove l'inps perde soldi è nelle truffe. Come per le truffe agricole dei falsi braccianti o per le imprese fittizie, senza lavoratori o senza terreni.
Poi ci sono le cause di salario reale: l'inps paga 3 euro in meno i braccianti che hanno la disoccupazione agricola, a Foggia.
Questi fanno causa, per una cifra che si aggira sui 350 euro, e così l'inps subisce una azione esecutiva.
Poi i braccianti devono pure fare causa per avere i soldi: sono tutte cause perde dall'inps, per un totale di 27 milioni di euro.
Per un disguido amministrativo, si intasano i tribunali con 80000 cause. Con spese legali a carico dello stato. Perchè?
Norme sbagliate, burocrazia e incapacità.

Il caso Inpdap. Le pensioni dei lavoratori pubblici.
Il giornalista ha paragonato la situazione dell'Inpdap a una nave che imbarca acqua.
Perchè grazie al blocco dei concorsi e delle assunzioni, il mondo del lavoro nella PPAA è tutto un insieme di lavoratori esternalizzati, cooperative, a progetto, co co pro, part time, lavoratori discontinui.
Tutte persone che non possono versare i contributi sufficienti nelle casse dell'ente.

I fonici del consorzio Strea, che ha vinto un appalto milionario per il lavoro di fonico nei trobunali. Appalto diviso nelle 17 consociate, che si sono divise i tribunali. E le persone addette, che dovrebbero fare il part time, ma sono invece impiegate come dipendenti comuni, si sono pure visti imporre un ultimatum.
Accettare o meno un contratto a progetto a 27 euro al giorno.
E al rifiuto sono stati prontamente sostituiti da altre persone, neolaureate. Come fossero figurine e non persone.
Nella PPAA sono aumentati i contratti di tipo determinato e di questi, il 75% dura meno di un anno. Precario una volta, si rischia di rimanere precario per sempre.

Basse retribuzioni, poca voglia di fare figli, lavoro di scarsa qualità, basse pensioni.
Tra i Vigili del fuoco (quelli che poi chiamiamo eroi, quando intervengono a risolvere un incidente). Nella scuola, ad insegnare ai nostri figli.

Che fare? Il presidente dell'Inpdap, avvocato Crescimbeni (doppio stipendio anche lui) propone di fare come quell'insegnate che in agosto lavorava con i turisti. Ecco, se questi sono i manager italiani, forse è il caso di iniziare a tagliare da loro gli stipendi.

Che fa la politica? Se nel passato recente si era parlato dei precari (spesso )a vita, introdotti dall flessibilità, oggi non è più un argomento in agenda.
Eppure, il problema rimane, di una generazione col futuro rubato, che gli è già passato davanti.

Non usciremo mai dalla crisi, in queste condizioni.
Technorati:

25 aprile 2010

Ora e sempre 25 aprile.

Serve ancora ricordare il 25 aprile, viene da domandarsi.
Ecco, proprio nella domanda sta la risposta. Proprio perchè vogliamo continuare a farci questo tipo di domande, perchè vogliamo essere liberi di fare ad altri questo tipo di domande, di poter chiedere conto a chi amministra e governa, allora dobbiamo ricordare.
Ricordare cosa? La lotta di liberazione e, prima ancora la dittatura che di domande non ne prevedeva (e guai agli italiani che se le facevano).
Dittatura che ci ha portato alla guerra, alla fame, alle macerie.
Dittatura fascista, e non comunista come sostiene il presidente della provincia di Salerno, in due scarpe, Cirielli, da ci siamo liberato con una guerra di liberazione, che ha visto schierati gli alleati, parte del nostro esercito che vedeva nella lotta al fascismo una possibilità di riscatto (leggetevi "In cerca di una patria" di Alfio Caruso).
E anche grazie ai partigiani: quelli che sono andati a combattere sulle montagne, quelli che li hanno aiutati, in mille maniere.

Piaccia o non piaccia, revisionismi o meno, se oggi possiamo sdoganare i peggiori istinti razzisti, il fascismo (buono, cos dicono), è proprio perchè l'Italia si è liberata dalla dittatura.
Se Zaia può permettersi lo strafalcione storico su vietcong e partigiani (confondendo la seconda guerra mondiale con la guerra in Vietnam), è proprio perchè ci sono stati i partigiani, la guerra di liberazione, gli alleati, i militari dell'esercito italiano che han deciso di combattere contro Salò e i nazisti.

Altra domanda: siamo ancora a rischio regime?
Proviamo allora ad aggirare la domanda: l'Italia è veramente una democrazia compiuta come sancisce la Carta Costituzionale?
Alla prima domanda si dovrebbe rispondere di no. Ma allo stesso modo, non siamo nemmeno quella democrazia basata sul lavoro (art. 1), dove la legge è uguale per tutti, con pari diritti in merito a scuola, sanità, religione. E libertà di espressione.
Ecco, non occorre liberare l'Italia dal regime che ancora grazie al cielo non c'è: occorre portare a compimento la Repubblica.
E per questo allora, che si deve spazzar via tutti quanti la tengono in ostaggio: la criminalità organizzata, i poteri forti che condizionano le scelte dei governanti (acqua, energia, privatizzazioni, diritti sul lavoro, legalità).

Ieri sera a Milano si sono confrontate due Italia: all'interno della Scala, il discorso del presidente della Repubblica Napolitano, su l'unità del paese, sul ricordo di Sandro Pertini.
Fuori i lavoratori che protestavano: chi per la Cassa integrazione, come i dipendenti Italtel. Chi contro il decreto (su cui Napolitano dovrebbe mettere la firma) sugli enti lirici.
Dentro le istituzioni, le parole di circostanza, uniformi, divise. Fuori il paese, preso a manganellate.
Da che parte sta la democrazia, questo 25 aprile?

Gli altri 25 aprile
La
campagna per la raccolta di firme sul referendum per l'acqua pubblica.
Manifestazione contro l'inceneritore da parte dei sindaci dei comuni di Milano sud.
Manifestazione contro la centrale nucleare, a Sessa Aurunca, sul Garigliano (Salerno).