15 marzo 2010

Report - Il progetto

Ritorna Report e, poichè in Sicilia non si vota, può occuparsi della gestione dei fondi Fas: una cassaforte da 50 miliardi di euro, usata dal governo non solo per le aree sottosviluppate, ma anche come bancomat per il G8, per la cassa integrazione, per un palazzo a Parma, per i battelli sul lago di Como....
In Sicilia non si vota: come se le attività di fare informazione e fare elezioni fossero diventate incompatibili. Semmai dovrebbe ssere il contrario: proprio quando si deve scegliere il candidato per la provincia, la regione, per il paese, dovrebbe esserci il massimo dell'informazione, per aiutare noi elettori.

Ma siamo in Italia, nel paese della corruzione e degli sprechi, della mafia e dell'illegalità. Della politica che fa le leggi e poi non le rispetta: politica che non vede di buon occhio l'informazione.
E allora, tutto si spiega: il rapporto inversamente proporzionale tra informazione corretta e cattiva politica.

Scommetto che pure ieri sera, dopo la puntata di Report sulla Sicilia di Cuffaro, Lombardo, di Miccichè qualche telefonata c'è stata .. (così come dopo la puntata sul crac del comune di Catania, ripianato proprio con fondi Fas, l'editore Ciancio citò a giudizio la trasmissione).

Come sono utilizzati i fondi Fas?
Siamo sicuri che tra le aziende vincitori di appalti non ci siano infiltrazioni mafiose?
Perchè le opere nel meridione impiegano tanti anni per completarsi e non sono nemmeno sicure, suscitando poi l'interesse della magistratura?

Sigfrido Ranucci si è occupato di alcuni progetto finanziati con i fondi Fas. Come il Ponte sullo Stretto, che ancora oggi non ha un progetto operativo, si dice che non costerà nulla allo stato (come l'alta velocità), è che esiste un protocollo di legalità per garantire dalla mafia.

L'autostrada Catania Siracusa: 750 ml di euro per 27 km.
Ranucci ha raccontato del caso della cava Copp, della famiglia Ercolano (Aldo e Giuseppe), che avrebbe rifornito la Fizzarotti Spa, prima di essere estromessa dalla Prefettura.
Senza motivo, dicono. Eppure è di proprietà di una famiglia con persone condannate per mafia.
Il viceprefetto di Catania spiegava come, senza delle regole per controllare i bilanci delle società che rientrano negli appalti, è inutile parlare di lotta alla mafia e protocolli di legalità.

Certo servirebbe tracciare i soldi delle imprese, ma se poi si scudano i soldi, come si fa?

Anche la Ri.med. ha firmato il protocollo di legalità (avendo ricevuto un finanziamento da parte del Cipe): tra i consiglieri figurava anche Totò Cuffaro. Che si è dimesso dopo la condanna.

La Circumetnea a Catania.
Pagata con soldi dello stato, anche se è di proprietà della regione, la società Circumetnea è un emblema di cattiva amministrazione.
L'assessore Tafuri, ex assessore al bilancio e responsabile della passata amministrazione, è oggi commissario governativo alla Circumetnea.
Assunzioni clientelari; consulenze di persone mai viste; nessun controllo dei biglietti.
Aspettiamo che Brunetta si faccia sentire. E che Tafuri risponda alle domande di Report.

La Messina Palermo: inaugurata il 21/12/2004, con tanto di benedizione (non da Berlusconi), è stata oggeto di indagini da parte della procura. Per le gallerie non a norma, per gli incidenti, per l'assenza di controlli da parte dell'Anas
L'ex presidente del Consorzio autostrade, Valenti, aveva cercato di capire gli sprechi del bilancio. E' stata sostotuita nel 2008.

E poi, anche per questa autostrada, ci sono state le infiltrazioni mafiose:
LUIGI PATRONAGGIO - PROCURATORE CAPO MISTRETTA
L’apertura di questo tratto autostradale, che ha avuto una lunghissima gestazione è stato
l’ultimo grande affare delle cosche mafiose.
SIGFRIDO RANUCCI
Per che cosa?
LUIGI PATRONAGGIO - PROCURATORE CAPO MISTRETTA
Infatti tutte le imprese che hanno lavorato su questo tratto autostradale hanno subito delle
fortissime estorsioni, delle imposizioni di materiale, delle imposizioni di subappalti.
SIGFRIDO RANUCCI FUORI CAMPO
Lungo l’autostrada Palermo - Messina si vedono gallerie rivestite della famosa pietra di
Mistretta, interi svincoli autostradali, muretti a sinistra, a destra, in alto, è un po’ ovunque.
Riveste anche i canaloni per i deflusso dell’acqua. Una parte proviene da questa cava che da
pochi anni non è più in funzione e che secondo gli investigatori, attraverso prestanome, era in
mano ai clan della Sicilia orientale, tra cui Santapaola e i Rampulla, cioè della famiglia di chi
piazzò l’esplosivo che fece saltare in aria Falcone e la sua scorta. Proprio un uomo dei
Rampulla, Frasconà Cantalanotte, colui che gestiva la cava, viene intercettato nel 2006
mentre parla con Nino Germanà, l’ultimo erede di una famiglia che fa politica da più di mezzo
secolo, nota anche a Barolo per le pittoresche feste a base di maiale a cui partecipano i più
importanti parlamentari siciliani. Nino Germanà è anche il genero di Ricciardello, un
potentissimo costruttore che ha realizzato l’ultimo tratto della Palermo - Messina e ora ha vinto
l’appalto per realizzare gli svincoli di Giostra, finanziati con 70 milioni dal FAS.

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