07 marzo 2010

Carta bianca di Carlo Lucarelli

Nell'Italia consumata dalla guerra civile, negli ultimi scampoli della seconda guerra mondiale e della Repubblica di Salò, un personaggio ambiguo con molte amicizie altolocate nel Partito Fascista, viene ucciso a Bologna.
Una indagine affidata al commissario Achille De Luca, proveniente dalla polizia politica della Brigata Ettore Muti (una delle tante polizie che operavano in Italia nel nord, all'epoca di Salò). Una indagine difficile: non solo per le amicizie di Rehinard nel partito, che frequentavano la sua casa, per le difficoltà nel condurre una indagine in un paese sotto i bombardamenti alleati.

De Luca capisce come la “carta bianca” che gli viene data dal Questore è solo apparenza: questo omicidio viene essere usato per una guerra interna al partito fascista, dalla fazione filotedesca vicina ai tedeschi e Farinacci, del ministro Alfieri (la cui moglie pure frequentava casa Rehinard) e la fazione del conte Tedesco, verso cui il questore e il segretario del fascio spingono le indagini.

Ma De Luca è un poliziotto: uno di quelli che quando comincia una indagine deve finire “e che si incazza se non quadra tutto, soprattutto se cercano di nascondergli qualcosa”.
Un uomo che usa il suo essere poliziotto anche come strumento per nascondersi dalla realtà:
“.. uno che pensa sempre al suo lavoro e se lo sogna anche di notte, uno sempre occupato, che corre senza fermarsi mai.
E questo sarebbe nascondersi?
Certo. In mezzo a tutta questa confusione pochi sanno veramente chi sono e cosa fanno ed è per questo che tu ti tieni così attaccato al tuo ruolo, tu che c'è l'hai, da dirlo ogni volta che puoi, sono un poliziotto, sono un poliziotto. Così non devi pensare al fronte che si avvicina o ai punti delle tessere per il razionamento..”.

De Luca il poliziotto, a fianco del maresciallo Pugliese, ostinatamente, contro tutti e contro la comoda soluzione del delitto passionale, cercherà la verità.

Più che trama del racocnto, abbastanza breve, è bella la ricostruzione di un periodo della nostra storia: gli ultimi anni del Regime di Salò, con una classe politica allo sbando, con funzionari del partito in lotta tra loro, dai giorni contati. Che lottano con tutti i mezzi per prepararsi un dopo, al post-fascismo, per salvare la propria pelle.

Ma belle anche le descrizioni dei personaggi che, nello stile di Lucarelli, vengono introdotti da dei dettagli visivi: le rughe dell'insonnia sulla faccia (come una ragnatela), il sonno che arriva nei momenti meno opportuni ("per scomparire nello scarico della vasca"), il labbro morsicato per la tensione perenne, l'impossibilità di fermarsi per un attimo, il non riuscire a mangiare per la tensione.
"De Luca vive di investigazione ossessiva, di ricerca della verità, ma anche di una precarietà assoluta che lo rende quello che è. " (Lucarelli stesso in una lettera al fans club di De Luca). Non serve altro: Lucarelli non da altri dettagli sul viso, su l'aspetto, nè dal il nome.

L'incipit del libro.

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Il blog di Lucarelli.
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