08 dicembre 2009

Le due guerre – intervista a Caselli

Un riassunto dell'intervista a Che tempo che fa, per la presentazione del suo libro “Le due guerre”.

La prefazione del libro di Travaglio parla di “storia di una sconfitta”: è stata veramente una sconfitta la stagione di Palermo, per la lotta alla mafia?
No, si sono celebrati processi, con 650 ergastoli, importanti latitanti arrestati, 10000 miliardi di beni confiscati.
Si sono celebrati processi eccellenti, con risultati parziali: perchè erano processi più difficili, con prove da presentare più difficili.
La realtà è che i successi della stagione si sono nascosti: ancora oggi si parla di Andreotti assolto, ma a leggere la sentenza si legge che fino al 1980, l'imputato ha commesso il reato.

Lo stato, in quella stagione poteva sconfiggere la mafia: alcuni settori dello stato hanno preferito non vincere la guerra.
La lotta alla mafia dei colletti bianchi, dei legami con la politica la stavano portano avanti già Falcone e Borsellino con le indagini su Ciancimino, sui cavalieri del lavoro a Catania, sui fratelli Salvo.
E qui iniziarono gli attacchi, da parte di colleghi, stampa, politica: finchè ci si occupa di mafia di strada va bene, oltre non si può andare.

La connessione legalità-democrazia: è un intreccio inestricabile. Il rispetto della legge deve valere per tutti, altrimenti la democrazia si appanna. “Non capisco come si possa dire che è la democrazia che va in crisi se si applica la legalità a determinati pezzi dello stato”.

La vendita di beni confiscati alla mafia: Caselli citava l'Appello di Libera affinchè si tolga dalla legge Finanziaria questo strumento, che dietro la scusa di fare cassa, permette a Cosa Nostra di riprendersi i beni confiscati con tanta fatica.
Nell'intervista a Giorgio Bocca, il
generale Dalla Chiesa diceva:
"Ho capito una cosa, molto semplice ma forse decisiva: gran parte delle protezioni mafiose, dei privilegi mafiosi certamente pagati dai cittadini non sono altro che i loro elementari diritti.
Assicuriamoglieli, togliamo questo potere alla Mafia, facciamo dei suoi dipendenti i nostri alleati".
Diamo i diritti alle persone: questo avviene con l'antimafia sociale delle cooperative che lavorano sulle terre confiscate ai boss.
È un riscatto dei giovani, per usare quelle terre per fini utili allo stato: se vengono messi all'asta chi li ricompra? La mafia. Se servivano soldi per fare cassa, bastava fare uno scudo fiscale in altro modo.

Gli arresti di Nicchi e Fidanzati: le operazioni portate avanti dalla procura di Palermo e dalle Squadre Mobili di Palermo e Milano sono state un bel colpo. Cosa Nostra è in difficolta per la serie di arresti. Provenzano, Lo Piccolo, Raccuglia, Nicchi, Rotolo.
Ma di chi sono i meriti? Se le forze di polizia non sono dotate degli strumenti necessari per il proprio lavoro (benzina, la carta), siamo proprio sicuri che i meriti si possano estendere ad altri?
Oggi ci sono procure sguarnite al sud: se si continua così la lotta alla mafia verrà sguarnita dal versante giudiziario.

La legge sui pentiti: i pentiti sono importanti per combattere e il terrorismo (si pensi a Patrizio Peci per le Brigate Rosse) e la criminalità organizzata (da Buscetta, a Spatuzza oggi).
Senza pentiti la lotta alla mafia non si fa, perchè i segreti della mafia li può raccontare solo chi ne è stato al suo interno.
Falcone stesso aveva chiesto una legge sui pentiti, ma non ebbe modo di vederla: la legge attuale è intrisa del suo sangue [e i legislatori che citano Falcone invano dovrebbero rifletterci] .
Diceva Falcone “Si potrebbe sospettare che l'inerzia nell'affrontare il problema del pentitismo sia dovuta a non voler fare luce sui misteri” per non esserne coinvolti.
Le parole del pentito vanno riscontrate, sono spunti per le indagini: bisogna trovare riscontri, senza pregiudizi ma con una sana diffidenza laica.

I magistrati in politica e i magistrati che indagano sui politici: i magistrati sono chiamati a interpretare la legge, è naturale. E non possono essere criminalizzati, in un rovesciamento delle parti, quando indagano sui colletti bianchi.

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