26 dicembre 2009

La parola di Cristo contro la mafia

Nel maggio del 1993, papa Wojtyla davanti ai templi di Agrigento lancia il suo anatema, inascoltato, contro la mafia.
"Convertitevi! Verrà una volta il giudizio di Dio".
Non mi ricordo altre parole così nette e definite contro Cosa Nostra.

Dio ha detto una volta: non uccidere!
Non può l'uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione? mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio!?

Questo popolo, popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, popolo che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civilta contraria, civiltà della morte!

Nel nome di questo Cristo crocifisso e risorto,
di questo Cristo che è vita, via, verità e vita.
Lo dico ai responsabili: convertitevi!
Una volta, un giorno, verrà il giudizio di Dio!


Anche oggi, dove l'accento si è spostato sulla televisione dai toni violenti, alla concordia in politica, si parla d'altro.

E noi qui, sempre a chiederci per chi debbano valere i 10 comandamenti.
Se la carità cristiana, il rispetto per i più deboli, per la vita (che è spezzata anche per la mafia, per la droga messa in commercio dalla criminalità organizzata) sono concetti passati di moda, oppure debbano trovare concreto riscontro nelle parole del Cardinal Tettamanzi.


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