15 dicembre 2009

La campagna d'odio

Come era prevedibile, in una società videocratica, l'atto criminale contro il presidente del Cosniglio (da condannare senza se e senza ma), è diventato anche evento mediatico, occupando tutti le trasmissioni televisive.Trascuro ciò che è andato in onda nel pomerggio: in serata l'editoriale di Minzolini, in cui si è rititato fuori l'argomento dei "cattivi maestri" degli anni di piombo. Quelli almeno, sosteneva il direttote, erano animati da ideali.Quelli di oggi, si lascia intendere, i vari Di Pietro, Bindi, e i giornalisti che scrivono contro, sono animati solo da odio.
Poi è toccato a Otto e mezzo, Porta a Porta e L'infedele continuare la serata.In prima serata ho assistito al processo mediatico contro la "povera" Rosy Bindi, rea di aver fatto una infelice, ma onesta, uscita nei primi istanti dopo l'evento criminale. Intervista poi titolata in modo scorretto da La Stampa.
La colpa? Aver sostenuto che il governo, coi suoi ministri e col presidente è correo del clima politico.
Ma eri ho scoperto una cosa: dopo conflitto di interessi, corruzione, mafia dei colletti bianchi, un'altra parola è diventata tabù.
Mangano.

"da ieri sera sentiamo dirci che siamo mandanti morali dell'attentatore" ripeteva con molta calma l'onorevole Bindi.
Putroppo, dall'altra parte si trovava di fronte gente poteva permettersi di negare la realtà.
Negare dell'esistenza delle parole di Brunetta su una sinistra che deve andare a morire ammazzata.
Negare i fucili di Bossi.
Gli attacchi a Napolitano (e alla Bindi stessa).

Va aggiunto come, putroppo, questa spirale del rinfacciarsi le cattive parole uno in faccia all'altro, non porti bene comunque.
Se si devono abbassare i toni, si devono abbassare per tutti. Altrimenti si continuerà a parlare sempre e solo delle solite argomentazioni senza fare un passo avanti.E questo, piaccia o non piaccia, il paese non lo permetterà.

Il problema non è Facebook (altrimenti per lo stesso motivo andrebbe abolita anche la televisione da cui si lanciano accuse peggiori).
Il problema non è la manifestazione del No B Day (il centrodestra ne organizzoò una analoga contro il governo Prodi nel 2007).
Il problema non è essere appesi alle parole di un pentito (per le commissioni Mitrokhin e Telekom Serbia, siamo rimasti appesi alle parole di Igor Marini e Scaramella).
Il problema è che questa non è politica.
Paradossale poi, che dopo i giorni di Piazza Fontana, si tiri fuori l'espediente del terrorismo rosso, perchè torna comodo, per i propri fini politici.

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