09 dicembre 2009

Come piante tra i sassi

L'incipit:
E tutti questi dove vanno, che manca più di mezza giornata all'ora di struscio?
Ma non ce l'hanno un mestiere?
Imma Tataranni si penzolava sul davanzale al secondo piano della Procura della Repubblica, sforzandosi di allungarsi sulle punte dei piedi, perchè quelle cazzo di finestre erano troppo late e ci arrivava a malapena.
Fra i passanti che transitavano sotto gli alberelli del corso, cecando di ripararsi dal sole che riverberava sull'impaiantito della piazza dei Caduti, enorme e tutta bianca da quando l'avevano rifatta, imma avvistò una cpaigliatura castana striata da colpi di sole fatti con maestria e sicuramente di fresco, perchè anche da quella prospettiva non si vedeva traccia di ricrescita.
Strinse gli occhi per migliorare la messa a fuoco. Non poteva esserne sicura, ma le probabilità che fosse lei erano alte.

Maria Moliterni, impiegata di terzo livello nel settore amministrativo e moglie del prefetto. Già da diversi mesi Imma aveva il sentore, quasi la certezza, che la signora approfittasse delle ore di servizio per andare a fare la spesa, ma non era ancora riuscita a prenderla in flagrante.
Aguzzò la vista cercando di cogliere qualche altro dettalgio, quando un telefono della stanz asi mise a a squillare.
[..]
Imma poggiò a terra la pianta dei piedi, annotando mentalente l'oraio, l'una e diecio, poi fissò il telefono. Erano rogne, ne era sicura.
[..]


"Come piante tra i sassi" di Mariolina Venezia, pagina 1-2

Matera, la città dei sassi. Uno scenaio insolito per ambientarvi un giallo, un caso di omicidio per il sostituto procuratore Imma Tataranni.
Insolita anche lei, nei ruolo di investigatore.

Per indole e storia personale, Imma non si perdeva in chiacchiere. Andava al sodo, cercando di risolvere i problemi domestici e casi giudiziari senza grosse distinzioni fra un omicidio passionale, un abuso edilizio e un rubinetto che perdeva, implacabile come un orologio a cucù, insensibile alle sfumature e concentrata sul risultato.
Non è giusto, dicevano le ragazze quando venivano interrogate e prendevano un voto inferiore alle aspettative, oppure quando uno dei professori infrangeva i patti, o privilegiava le solitre raccomandate.
Imma non si era mai fatta sfuggire una dichiarazione del genere, nè allora nè adesso, malgrado di ingiustizie ne avesse subite in tutti i campi.
Aveva un senso dell'autorità e non si lamentava quando veniva esercitata, ma aveva già deciso ai tempi del liceo che un giorno sarebbe stata dall'altra parte e avrebbe posto riparo a quello stato di cose. E quel giorno, in effetti, era arrivato. Alemno lei così credeva. O comunque ci sperava.


"Come piante tra i sassi" di Mariolina Venezia, pagina 14-15

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