13 settembre 2009

Morte a Firenze di Marco Vichi

Morte a Firenze. Un'indagine del Commissario Bordelli.

Non ti da nemmeno il tempo di sfogliare le prime pagine, Marco Vichi: vieni subito gettato dentro la brutta inchiesta del commissario Bordelli.
Firenze, autunno 1966, un autunno piovoso, grigio. Un bambino, Giacomo Pellisari, è stato rapito mentre tornava a piedi da scuola verso casa. Pioveva, anche quel giorno.
Quello che preoccupa Bordelli è che nessun indizio, nessuna pista è venuta fuori nonostante gli sforzi suoi e dei suoi uomini.

Le passeggiate in montagna, nei boschi appena fuori Firenze, diventano l'unico momento in cui allontanarsi dai problemi del lavoro e scacciare dalla testa i cattivi pensieri.

Perché sono giorni difficili: nella testa di Bordelli si accumulano i ricordi delle donne che ha conosciuto e che ha perso; della guerra di Liberazione, dei tanti morti. Morti per una Italia che sembra così diversa da quella in cui vive. Un Italia in cui si aggirano ancora tanti, troppi nostalgici del fascismo.
Un paese in cui è cresciuta la generazione dei giovani “capelloni”, con riferimenti e valori così distanti. La borghesia decadente, sempre tesa all'arricchimento, all'avidità, all'egoismo. La società consumistica
Finché non si arriva purtroppo, alla tragica scoperta: un cacciatore ritrova il corpo nascosto in una buca poco profonda in quei boschi dove Bordelli ama passeggiare.

Non solo il ragazzino è stato ucciso,ma ha subito pure una brutale violenza dai suoi carnefici. Una debole traccia, anche questa scoperta per caso, porta Bordelli dietro una pista labile. Una semplice coincidenza oppure veramente è quella la pista da seguire?
Una storia di pedofilia, di nostalgici del fascismo, di poteri forti contro cui il povero commissario è come un coccio di vetro.
In mezzo, l'alluvione di Firenze, descritto con gli occhi del commissario. Un racconto che taglia in due il romanzo, un prima e un dopo.
E qui irrompono nella storia due nuovi protagonisti: il primo, che era stato sornione in attesa, è la città di Firenze, che viene descritta in quelle ore terribili. Il Ponte Vecchio, i monumenti, i quartieri, i palazzi. La furia delle acque trascina via le auto dalle strade, trasporta detriti, animali morti. Sfonda le porte dei palazzi, inonda le stanze delle case col fango. Gli angeli nel fango, la macchina degli aiuti che si mette in moto, anche grazie alla solidarietà di tante persone comuni.

Il secondo è la bella Eleonora: una bella commessa incontrata passeggiando per Firenze; incontrata poi nel fango della città. Sarà lei la ragazza dei suoi sogni?

Nel romanzo compare in un cameo il colonnello dei carabinieri Bruno Arcieri, che chiede un favore particolare al commissario. È la trasposizione speculare dell'incontro già raccontato da Leonardo Gori in L'angelo del fango”.
Per una coincidenza, grazie al favore fatto ad Arcieri, Bordelli troverà il bandolo della matassa e risalirà ai responsabili della morte del piccolo Giacomo. Ma questo fango, diverso da quello che imbratta monumenti, strade, cantine, case, che invischia tanta parte della “buona società” fiorentina e italiana, sarà più difficile da levare.
Che personaggio è, questo commissario Franco Bordelli della questura di Firenze?
Il disegno in copertina, quell'uomo che fuma solitario nella notte, di cui si indovina il carattere chiuso ma forte, vale più di tante parole.

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Technorati: Marco Vichi

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