23 luglio 2009

No, non è un santo

I suoi rapporti con le escort sono forse l'aspetto meno importante e meno rilevane penalmente, del premier.
Vedere come la sua stampa si affanni a minimizzare, nascondere, certi fatti, fa quasi tenerezza.
"Non sono un santo" diceva il premier davanti ad una platea maschile, tra cui anche l'ex casto Formigoni.

Scrive
F. F., a proposito di chi sta dietro le accuse al cavaliere:
l’associazione Bo.Bi, alias Boicotta il Biscione, è operativa dal 1993 ed è giunta a contare settanta sedi; proprio Repubblica, il 26 novembre 1993, pubblicò i numeri di telefono e di fax dell'associazione e rilanciò questo invito:
«Smettiamo di comprare i giornali di Berlusconi e di fare la spesa nei suoi supermercati, ritiriamo la pubblicità dalle sue riviste e dalle sue televisioni, boicottiamo le sue reti tv». I recapiti del Bo.Bi. furono pubblicizzati anche a Il rosso e il nero di Santoro, sulla tv di Stato. Non risulta che «il Biscione» abbia mai denunciato nessuno. È un caso diverso?

Eh sì, è un caso diverso. Perchè quest'uomo è presidente del consiglio e a capo di Mediaset. Fa una bella differenza.
In merito allo scontro, di cui parla anche Wittgenstein: io non vedo nessuno scontro.
Solo una piccola minoranza di giornali parlano del caso D'Addario.
Negli altri la notizia è annacquata in altre. E dove è l'opposizione? Una minima parte dell'opposizione, si permette di rispondere alla tregua, alla pacificazione chiesta dal presidente della Repubblica.
Non è un santo: ricorre in questi giorni il ricordo della strage in via D'Amelio. Sono uscite in questi giorni dichiarazioni non facilmente decifrabili sulle bombe del 1993 e sulla trattativa.
Pure in queste vicende, è finito indagato, il nostro sant'uomo.
Ricordiamo la sentenza di archiviazione del Gip di Caltanisetta:
«Gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato – scrive il gip Tona – la sussistenza di varie possibilità di contatto tra uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati [Berlusconi e Dell’Utri]. Ciò di per sé legittima l’ipotesi che, in considerazione del prestigio di Berlusconi e Dell’Utri, essi possano essere stati individuati dagli uomini dell’organizzazione quali eventuali nuovi interlocutori».
Ma «la friabilità del quadro indiziario impone l’archiviazione».
Ridurre la questione solo ad una storia di prostitute e sesso, è un errore. E la corruzione a D.M.? E il lodo Mondadori? E i rapporti con Vittorio Mangano? Da dove ha preso i soldi per iniziare?
Queste le vere domande, altro che quelle di Repubblica.
P.S. per chi interessa, la terza tranche della fiction "palazzo Chigi".

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