06 luglio 2009

Lo scandalo della costruzione dell'aeroporto di Fiumicino

Mi è capitato per le mani Storie d'Italia a fumetti di Alfredo Chiappori. Il volume dedicato allo scandalo della costruzione dell'aeroporto di Fiumicino.
Una storia di corruzione, tangenti, alti prelati, generali, peculatori, patrizi vaticani. Col finale della solita commissione di inchiesta che servì solo a riportare sprechi e ritardi.

Tutto comincia nel 1947, quando il ministro dell'aeronautica del secondo governo DC De Gasperi, Cingolani, decide di costituire un comitato cui viene dato l'incarico della scelta del terreno e dei progetti per la costruzione del nuovo aeroporto per la capitale d'Italia. Presidente del comitato, il generale Matricardi (farà rima con miliardi?).

Il 20 gennaio il ministro invia una lettera al generale di squadra aerea Attilio Matricardi per nominarlo presidente del Comitato.
Sei mesi dopo il generale Matricardi si mette a rapporto dal ministro. I tecnici avrebbero scelto i terreni di Casal Palocco. Su cui aveva già messo gli occhi la Società generale Immobiliare, del Vaticano. Anche Italcable vorrebbe costruirci sopra una centrale.

Il ministero delle poste però, invita l'Italcable ad accantonare il progetto per a costruzione di una società elettrica a Casal Palocco, ma l'ingegner Golinelli – D.G. Dell'Italcable e membro del consiglio di amministrazione dell'Immobiliare Vaticana – non comunica questa decisione al comitato Matricardi.

Mentre l'Immobiliare comincia a costruire a Casal Palocco, il ministero di lavori Pubblici affida alla società Ires – un concessionaria dell'Italcable – l'esame dei rilievi stratigrafici dei terreni per il nuovo aeroporto .. E finalmente viene individuata l'area di bonifica di porto, a Fiumicino, di proprietà della duchessa Anna Maria Torlonia, vedova Cesarini Sforza.

In un sola mattina, i tecnici dell'Ires eseguono i sondaggi stratigrafici dei 94146 ettari deò fondo Torlonia a Fiumicino. Una zona paludosa (per atterraggi morbidi?).

I beni della duchessa Torlonia – valutati 20 miliardi di lire – sono amministrati dall'ex gerarca Nannini.
Frattanto il giusto prezzo dei terreni Torlonia viene fissato dal comitato Matricardi in 405000 lire all'ettaro. Un privato, tempo prima, aveva acquistato un terreno attiguo per 60000 lire all'ettaro. Ma lo Stato, si sa, usa soldi non suoi …

Il 1 gennaio 1948 entra in vigore la nuova Costituzione che stabilisce che l'Italia è una repubblica in cui la sovranità appartiene al popolo. Nel dicembre dello stesso anno, il prezzo del fondo Torlonia è salito a 840000 lire.

Sempre in dicembre, l'ufficio tecnico erariale, in contrasto con il comitato Matricardi, stabilisce che ogni ettaro dello stesso terreno non vale più di 380000 lire.
L'amministratore Nannini contatta l'amico Giulio.

L'onorevole Giulio Andreotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, molto gradito alla Curia e alla nobiltà Vaticana, riporta i termini della questione nella loro giusta dimensione. “Le tante valutazioni sono esempio di pluralismo democratico”.

E alla fine il terreno Torlonia viene pagato dallo stato 754000 lire per ciascuno dei 91146 ettari necessari alla costruzione dell'aeroporto.

Dopo le elezioni del 18 aprile 1948 – con le quali la Democrazia Cristiana conquista la maggioranza assoluta dei seggi – il repubblicano Randolfo Pacciardi è nominato ministro della difesa, nel quinto ministero De Gasperi. Pacciardi comincia ad occuparsi di Fiumicino e per prima cosa strasferisce la competenza della progettazione dell'aeroporto dal comitato Matricardi alla direzione generale del demanio aeronautico.
Si elaborano così progetti su progetti, varianti su varianti: ma l'aeroporto deve essere concluso entro l'anno santo, il 1950.
Viene pertanto commissionato un ennesimo progetto ad un privato,l'ingegner Mario Richelli. Ha ottime referenze, essendo un dipendente della Immobiliare Vaticana.

Nel 1949 il Parlamento approva la prima legge per Fiumicino, con un bilancio preventivo di 4 miliardi e mezzo. Nel frattempo, Pacciardi affida alla ditta edile Manfredi il compito di avviare i lavori. Ma in seguito ad alcune obiezioni sollevate dalla ditta Manfredi - secondo le quali i lavori sono più onerosi del previsto – sorgono contrasti con il ministro dei Lavori Pubblici.
La trattativa del ministro con Manfredi si conclude felicemente: i lavori a Fiumicino riprendono, Pacciardi acquista da Manfredi un appartamento e sua moglie diventa azionista di una società immobiliare della famiglia Manfredi.

Nel 1951 il ministro Pacciardi trasferisce ulteriormente l'incarico della progettazione dell'aeroporto dalla direzione del demanio aeronautico alla direzione generale dell'Aviazione Civile. Pacciardi costituisce anche uno speciale “ufficio progetti” per Fiumicino.
A dirigere l'ufficio il colonello Amici. Un impresario edile in servizio permanente effettivo col grado di colonnello.

Tra gli amici del colonnello Amici figurano l'ex gerarca fascista Nannini – amministratore dei terreni Torlonia a Fiumicino – l'impresario edile Manfredi, il presidente dell'azione cattolica Maltarello e monsignor Angelini, successore di padre Lombardi nell'attività di “microfono di Dio” e organizzatore del centro Pio XII “per un mondo migliore”.

Il colonnello Amici – già processato per collaborazionismo – è stato riammesso in servizio da circa un anno. Nel periodo che va dal 1943 al 1950, infatti, lasciata l'aeronautica, il colonnello ha messo in piedi una quindicina di società immobiliari. Non ne abbandonerà nessuna.

Da questo momento il colonnello Amici diventa il deus-ex-machina dell'ufficio progetti. La sua attività è a dir poco frenetica: in sette anni riesce a spendere ventiquattro miliardi di lire sena che un solo pilastro sorga sul desolato suolo di Fiumicino.

“Chi fa osservazioni gravi contro il colonnello Amici, non appartiene al nomero delle persone oneste”, lo difende Andreotti.
E arriviamo così alla fine del 1957. Dopo i governi De Gasperi, Pella , Fanfani, Scelba e Segni il nuovo presidente del Consiglio è Adone Zoli. Giulio Andreotti è ministro delle finanze e Giuseppe Togni ministro dei Lavori Pubblici. Togni riceve dal presidente del Consiglio l'incarico di occuparsi di Fiumicino.

Nel frattempo il colonnello Amici, su incarico di monsignor Angelini, realizza attraverso imprese intestate alla moglie, al figlio, al cognato, ex dipendenti, la Chiesa di San Leone Magno e il centro Pio XII “Per un mondo migliore”.

Intanto il ministro Togni gira l'Italia a posare le prime pietre di opere pubbliche e private. A Livorno riesce a posarne sedici in cinque ore, a Casalpusterlengo quattro in mezz'ora, spuntino compreso. A Pesaro, per la fretta, nel posare la prima pietra di un uovo molo, finisce in mare.
Ma i lavori di Fiumicino continuano a non progredire.

L'8 febbraio del 1958, Togni decide di fare un sopralluogo a Fiumicino, accompagnato dal sottosegretario all'aviazione civile e ad alti ufficiali dell'aeronautica. L'aeroporto? Una palude desertica.

Togni decide quindi di affidare all'ingegner Giuseppe Rinaldi il compito di portare a regime i avori di Fiumicino e assegna alla ditta Provera & Carrassi l'appalto per la costruzione dell'aerostazione.
La ditta si è impegnata a costruire gratis la nuova sede della DC all'Eur.

L'assegnazione degli appalti alla ditta Provera & Carrassi esclude però dall'affare la ditta Castelli, collegata saldamente agli ambienti Vaticani. Attraverso la mediazione di due monsignori, la ditta Castelli cerca di ottenere l'appalto per la costruzione dell'Aviorimessa.

Il 13 luglio 1958, la ditta Castelli invia una lettera al ministro Togni per essere interpellata circa i lavori dell'aviorimessa. Lo stesso giorno il ministro blocca la procedura già avviata per Fiumicino, convince il consiglio superiore per i lavori pubblici e il Consiglio di Stato a modificare gli appalti e, sempre lo stesso giorno, risponde alla ditta Castelli: “Sta bene!”.

Il 27 febbraio 1959, il generale dell'aviazione Fernando Silvestri, presidente della commissione tecnica per Fiumicino, si uccide sparandosi un colpo di pistola alla tempia. Giulio Andreotti è il nuovo ministro della Difesa nel secondo governo Segni.
“Anche suo padre si uccise alla stessa età .. è un caso ereditario”.

Il 26 luglio 1960 – caduto il governo Tambroni – entra in carica il secondo governo Fanfani. Scelba torna all'interno, Zaccagnini sostituisce Togni ai Lavori Pubblici e Andreotti resta alla Difesa. Un certo Trabucchi si prende le Finanze.
Fiumicino non sarà pronto per le Olimpiadi: si pensava che sarebbe costato 15 miliardi, poi 24, adesso 36 .. ad opera compiuta suppergiù 80 miliardi di lire.

Nell'aprile del 1961, a tre mesi dall'inaugurazione del nuovo aeroporto civile di Fiumicino, sprofonda la pista numero uno: il fondo in calcestruzzo e cemento progettato dal colonnello Amici non regge neppure un aereo.

Il 27 aprile 1961 la Camera approva l'Istituzione di una commissione di inchiesta sulla costruzione dell'aeroporto di Fiumicino. Vengono chiamati a farne parte 15 senatori e 15 deputati.
Sottola guida del liberale Bozzi, i commissari restano in seduta oltre duecento ore, per un totale di trenta convocazioni – di cui quattro notturne - per l'esame dei risultati di sopralluoghi e perizie, interrogatori di testimoni, minuzioso studio di bilanci, di contratti di appalto e ricevute ..
Sei metri cubi di documenti passano al vaglio della Commissione Parlamentare d'inchiesta e, alla fine della storia, non si trova alcun illecito.
I comunisti chiedono, inutilmente, le dimissioni del ministro Andreotti: democristiani e liberali si oppongono, repubblicani e socialdemocratici si astengono, missini e monarchici escono dall'aula per non votare. Solo i socialisti si schierano a favore della richiesta dei comunisti.
Così – mentre il colonnello Amici viene promosso generaleper meriti distinti” - il presidente della Camera Giovanni Leone conclude gioiosamente il dibattito sui risultati della Commissione d'Inchiesta con un “chi ha avuto ha avuto .. chi ha dato ha dato”.

Scriveva Indro Montanelli nel 27 dicembre 1961, sul corriere.
Il bel pirata.
Questo è Fiumicino. Ed è molto peggio di un furto, di una rapina a mano armata, di una incursione di briganti. Magari potessimo, risalendo alle sue origini e responsabilità, trovarci un bel pirata con la testa fasciata dalla pezzola, gli orecchini, la scimitarra tra i denti e il petto tatuato. Lo impiccheremmo all'albero di trinchetto come nei romanzi di Salgari e non se ne parlerebbe più.
Invece si dovrà parlarne ancora, vedrete: chissà quanti altri Fiumicini ci aspettano.”

Nel 1963 anche la magistratura ordinaria archivia la vicenda. Fiumicino ha richiesto 14 anni di lavori e 31 miliardi di spese (più altri 30 preventivati) per 6500 metri di pista. A Milano, in quattro anni si sono costruiti (tra Malpensa e Linate) 8600 metri di pista con 27 miliardi.
Ma anche Milano avrebbe imparato l'esempio di Fiumicino.

Il caso di Fiumicino è un classico esempio di partitrocrazia, della corruzione dei partiti, spreco di denaro pubblico.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nel 1951 il presidente dell'Azione Cattolica non era Maltarello, bensì il famigerato Luigi Gedda. Questo mi sembra significativo...

alduccio ha detto...

grazie per la segnalazione: controllerò meglio e correggo

Aldo