04 maggio 2009

L'anello della Repubblica di Stefania Limiti









L'Anello della Repubblica




Stefania Limiti





La scoperta di un nuovo servizio segreto. Dal fascismo alle brigate rosse



Vi consiglio questo libro



Nel maggio del 1998 Aldo Giannuli, incaricato dal giudice Salvini di reperire documenti sulla strage di Piazza Fontana, rinvenne in un archivio del ministero dell'Interno, una nota informativa le cui prime righe recitavano
"Questa è la storia di un servizio informazioni che opera in Italia dalla fine della guerra e che è stato creato per volontà dell'ex capo del Sim, generale Roatta ..".

Parliamo del "Noto Servizio" o "Anello": un servizio segreto di cui ancora noi cittadini sappiamo poco e che in questo libro Stefania Limiti ha cercato di raccontarci.
Un libro frutto di un'intensa e complessa ricerca, partita dagli scatoloni lasciati dall'Ufficio Affari Riservati di Federico Umberto D'Amato in un deposito di via Appia, dall'armadio della Vergogna con le ante rivolte verso il muro, dalle poche testimonianze di coloro che ne han parlato, in merito ai tanti processi degli anni di Piombo, delle stragi, degli strani suicidi, delle morti inspiegabili. Dalle veline che la fonte "giornalista", al secolo Alberto Grisolia, faceva sul "noto servizio" per conto del Viminale.
Perchè, così almeno emerge dalle ricerche, i vertici della DC sapevano: Alcide De Gasperi sapeva, Aldo Moro sapeva. Andreotti, che secondo alcuni fu l'unico vero referente politico del "noto servizio" sapeva. E sapeva persino Bettino Craxi, come rivela in una sua nota del 1991.

L'Anello della Repubblica è il congiungimento tra l'Italia fascista da cui saremmo dovuto uscire dopo il ventennio e i nuovi equilibri in cui l'Italia doveva rimanere. Gli equilibri di Jalta.

Lo stato a sovranità limitata, la doppia lealtà, o stato duale, come racconta Stefano Cucchiarelli nella postfazione del libro: dove apparati dello stato verivano in modo più o meno occulto organizzati, riciclando ex fascisti come Adalberto Titta o Junio Valerio Borghese, banditi come Salvatore Giuliano, Stefano Ferreri (presenti alla strage di Portella della Ginestra).
In funzione anticomunista, inizialmente per impedire ad ogni costo l'insurrezione comunista (che poi non ci sarebbe stata, nè era nelle menti dei dirigenti del PCI). Per spiegare questo non basta l'ossessione anticomunista degli americani della Cia (o ex OSS, come James Angleton): dobbiamo anche aggiugerci la presenza del Vaticano, l'assenza di una classe politica e dirigenziale educata al senso di appartenenza dello Stato democratico.

Mancanza che "è figlia legittima della sostanziale continuità tra la nascente repubblica e le istituzioni fasciste, compresi gli stessi funzionari".

Non è un caso perciò che nel nostro paese sono state insabbiate le denunce e le indagini cibtro gli ufficiali nazisti che nei mesi dell'occupazione si erano resi responsabili di eccidi della popolazione inerme.

Così nasce il "noto servizio": dal Sim di Roatta, in seguito guidato da un oscuro generale polacco di origine ebrea, Otimsky, quando Roatta dovette fuggire in Spagna. E dopo costui da un altro personaggio "ambiguo", Adalberto Titta, ex pilota di aereo della RSI. Attenzione, non stiamo parlando nè del Sifar (i servizi di intelligence ufficiali), ne di Gladio (o Stay Behind), cellule militari usati in funzione anticomunista.
L'Anello addestrò i primi nuclei militari dell'esercito israeliano, quando questo ancora non era ricosciuto dagli inglesi.
Fu un servizio nato volutamente clandestino, come in Germania la rete del generale nazista Gehlen, usata dalla Cia in funzione antisovietica. E clandestino rimase negli anni, senza mai essere rinonosciuto, per potergli far svolgere i lavori più sporchi, alle informali dipendenze della Presidenza Del Consiglio, per operare in parallelo alle strutture dello stato.

Alcuni esempi: dalle "intese con la mafia ai tempi dell'invazione della Sicilia, alla corruzione come normale sistema di trattativa politica, dall'utilizzo della malavita (come la Banda della Magliana, per l'individuazione della prigionia di Aldo Moro da parte della BR) in funzione di braccio armato, che può essere sempre reciso alla bisogna, allo stragismo e terrorismo della cui incredibile durata e virulenza nel nostro paese non è stata data ancora una plausibile spiegazione".

A differenza della rete Gehlen, di Gladio (rivelato dal senatore Giulio Andreotti nel 1991), il "noto servizio" rimase clandestino. Anche per una questione di ricatto: chi ne avrebbe fatto parte (l'ex pilota Adalberto Titta, il prete Enrico Zocca, il dottor Pedroni, il geometra Cabassi, il giornalista Giorgio Pisanò che subentò a Guareschi al Candido) non sarebbe potuto andare da un giornalista o un magistrato a denunciare, proprio perchè clandestino.
Denunciare le attività che non si potevano fare alla luce del sole: "indirizzare scandali, campagne di stampa, corruzione, sparizione di documenti, reperti fascicoli, ricatti, momentaneo arruolamento di delinquenti con la logica di singole operazioni, intercettazioni illegali, dossieraggio, incidenti pilotati, informazione politica manipolata e/o inquinata".
Come l'operazione PSI tesa a far nascere il centro sinistra negli anni 60 e nella scissione socialista del 1969, nel fallimento della trattativa del Vaticano per Aldo Moro, ma poi lavorarono per la liberazione di Ciro Cirillo.

Quanta parte della storia contemporanea potrebbe essere riscritta alla luce di quanto rivelato nel libro: dalla strage di Portella della Ginestra, alla fine dell'ingnerer Enrico Mattei, a Piazza Fontana, alle Brigate Rosse (infiltrate più volte e mai annientate) ...

Il libro racconta in particolare di tre di questi episodi, in cui la mano dell'Anello fu fondamentale per far andare la bussola della storia in una certa direzione piuttosto che in un altra.
La fuga del Herbert Kappler, dal Celio a Roma; il rapimento di Aldo Moro e l'individuazione della prigione (o delle prigioni?) del popolo e il rapimento dell'assessore Cirillo nel 1981.

Questa inchiesta è solo un inizio per affrontare le verità dietro i tanti misteri d'Italia, mettere in chiaro gli omissis, svelare le trame e i perchè del nostro passato.

Pare che Titta, morto anche lui come molti testimoni "ingombranti" (Pecorelli, Dalla Chiesa, Rocca, ..) avesse dei diari nei quali accuratamente annotava diligentemente i suoi appunti.
Non usava abbreviazioni o nomi di copertura: solo per un presidente del Consiglio era solito scrivere "il gobbetto" ...

La procura di Roma ha deciso di archiviare l'inchiesta, ritenendo che è in dubbio vi siano illeciti penali; un'altra, quella di Brescia, che ha indagato sulla strage di Piazza della Loggia (8 morti e un centinaio di feriti) è intenzionata a fare chiarezza. Non a caso, proprio di 'Anello' s'è parlato nella prima udienza del processo per la strage, tutt'ora in corso a Brescia.
"Il gioco degli specchi - ha scritto nella postfazione Paolo Cucchiarelli, giornalista e studioso di terrorismo nero e servizi segreti - è stato infinito in Italia ma mai nessuno ha guardato in quello del 'noto servizio' fino in fondo, anche se potrebbe essere questo l'ultimo cassetto della Repubblica, il principale strumento dello stato parallelo. Questa inchiesta ha cominciato a farlo, ma è solo l'inizio".


Il sito degli studiosi italiani di storia contemporanea.
Il sito di Aldo Giannuli.
Il sito dei Misteri D'Italia.

Il post sul sito dell'editore Chiarelettere
Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Technorati:

2 commenti:

Mario ha detto...

E' un peccato che non siano disponibili per il pubblico le fonti utili per capire se siamo di fronte ad una trascrizione, ad un riassunto, ad un'astrazione di quanto scritto od a letteratura mitologica.

^_^ la fiducia non la si dà a nessuno, ma solo ai fatti comprovati.

alduccio ha detto...

Caro Mario, le fonti le ritrovi nel libro. Puoi anche prenderlo in biblioteca, se non lo vuoi comprare.

In merito ai fatti comprovati, citando Tommaso Besozzi, l'unica cosa certa sono i legami tra il Sim di Roatta e il Sifar repubblicano. I morti per le stragi senza colpevoli. Gli scandali usati per affossare quella corrente, quel politico.
Gli arsenali della Nato da cui proviene l'esplosivo per Peteano. I contatti tra malavita e mondo politico per le trattative Moro e Cirillo ....