08 aprile 2009

La privacy sul dolore


Tutti i giornali mostrano le stesse foto: volti sofferenti, spesso di anziani, vittime del terremoto in Abruzzo.
Ma l'ossessione del dolore, nell'andare a ricercare quei volti, a inseguire quasi le persone che hanno perso tutto, un familiare, la casa, la vita, non è una violazione della privacy? Tanto sacra quando si parla dell'onorevole, del signor presidente, del senatore ...

Dove finisce l'informazione e inizia invece la voglia di essere i primi della classe? La curiosità morbosa nelle disgrazie altrui?
Lo show che comunque deve andare avanti
. La ricerca della lacrima da mandare in onda.
Quante televisioni, quante telecamere, quanti giornalisti hanno invece fatto la domanda sul perchè. Perchè le case non erano a norma? Si è fatto veramente tutto il possibile?
E, soprattutto, fino a quando gli sfollati dovranno vivere nelle tende? Come avverrà la ricostruzione: nel rispetto dei tempi e delle leggi, o alla solita maniera (vedi terremoto in Irpinia)?

Almeno il
CDM improvvistato (telefonicamente) a Porta a Porta potevano risparmiarcelo.
E anche
certe uscite, in mezzo alla disgrazia, utilizzata a fini politici:
Andate sulla costa, è Pasqua, prendetevi un periodo che paghiamo noi. State tranquilli, noi facciamo l’inventario delle case danneggiate e voi vi spostate sulla costa. Sarete serviti e riveriti. Bambini, dite alla mamma di portarvi al mare.
Silvio Berlusconi, tendopoli di San Demetrio
(L’Aquila), 7 aprile

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