30 marzo 2009

Il silenzio (sulla mafia)

Parola di uno sbirro antimafia, che si fa chiamare Gianni Palagonia: le prime righe del suo libro "Il silenzio".
In Sicilia non si ammazza più, e questa è la cosa più grave, il termometro per capire che le cose per la mafia vanno bene. Non si uccide, e tutti pensano che dopo qualche arresto eccellente la mafia sia stata sconfitta.
Ma qui lo sanno anche i bambini che quando c'è troppo silenzio è perchè gli affari tirano.Ormai le bande hanno imparato la lezione, sanno che il migliore amico può diventare il tuo carnefice e hanno cambiato strategia. Lavorano a compartimenti stagni: se uno si pente può far arrestare cinque persone, non più cento come prima. E' un modello reticolare, postgerarchico.

Negli ultimi dieci anni noi inquirenti non abbiamo fatto quello che ci dicevano i pentiti, perdendo il contatto con il territorio. con i confidenti, con la strada, e adesso è di nuovo buio.Ci vorranno anni prima di capire che diamine sta accadendo, cosa fa la nuova mafia.Le loro parole d'ordine oggi sono riciclaggio, investimenti, negozi, alberghi.
E poi la borsa, la ripresa dell'edilizia, i grandi appalti, e soprattutto la politica. Prestanome, teste di legno, la verità è che con la mafia si vive tutti i giorni.
Può essere il ragazzo secco secco che ti pianta la pistola dritta in faccia, ma più spesso è un tizio con la pancia e la testa pelata, la cravatta, e nella giacca solo la penna per firmare assegni e atti notarili.
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