25 febbraio 2009

Il giallo sul colle fatale

Un giallo che ruota attorno all'elezione del presidente della repubblica: chi salirà sul colle più alto, il Quirinale?
L'autore lo ha ambientato nel 2011, spostando il calendario un pò in la negli anni: immagina un governo con a capo un certo Augustolo (del partito Vivalagente), dove l'opposizione (Federati Democratici) si è federata in più partitini, tra cui la corrente dei Riformisti socialisti, che vede a capo un certo onorevole Dogliotti, detto pizzetto.
C'è anche il partito LiberoNord, con a capo Dagoberto Motta: partito cui era stato promesso la riforma del federalismo fiscale, riforma che è poi stata svuotata nel contenuto dai successivi decreti attuativi.

Ma tutto questo si scopre man mano che si entra nella storia: che inizia col malore del "pizzetto", che muore in seguito, rivoceato nella policlicnico Umberto I.
Miretta, il giornalista de "Il guardiano" che lo seguiva nelle cronache (più che altro di colore), si trova per caso nel posto giusto al momento (cinicamente parlando) giusto. Per lui arriva la prima pagina e poi altre, che raccontano del giro di contatti che Dogliotti stava portando avanti in modo silente da mesi.

E, all'improvviso, dopo anni di gavetta, di sfottò da parte dei colleghi, Miretta si ritrova pure dentro un thriller più vasto.
Imbeccato da un amico giornalista free lance (gigio), da un sedicente esponente dei servizi (Ottavio Ripamonti), scopre che il malore potrebbe nascondere un omicidio. Che lo scopo era impedire che si creasse un blocco che avrebbe sbarrato il passo verso "Il colle fatale" ad Augustolo ...

Di certo è che questa è una lettura istruttiva: istruttiva per capire i meccanismi della bassa politica italiana. Politica intesa come partiti divisi in correnti in lotta tra loro; le lotte per il potere; gli accordi sottobanco tra gruppi ("io do una cosa a te e tu dai una cosa a me") e i ricatti ..
Istruttiva per capire quelli che potrebbero essere gli scenari possibili futuri: veramente la sinistra si dividerà in federazioni? Con la riforma del federalismo svuotata su pressioni di "poteri forti" ostili alla secessione, alle possibili ed eventuali derive xenofobe?

Una cosa è certa: possiamo chiamarla fantapolitica o dietrologia. Ma spesso la realtà va oltre l'immaginazione: "anonimo romano" di certo non poteva immaginare le dimissioni di Veltroni dopo la disfatta in Sardegna.


De "Il colle fatale" se ne parla su Unità e Affari-italiani.
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