22 gennaio 2009

Un paese di baroni pretesti di lettura

Truffe, favori, abusi di potere.
Logge segrete e criminalità organizzata.
come funziona l'università italiana.

Alcuni pretesti di lettura:

- Se non vengo io, tu non sarai nominato preside.
- Che cosa vuoi in cambio?
- Due miei parenti falli entrare…

Ricostruzione di un dialogo tra docenti, dalla deposizione di Massimo Del Vecchio, professore di Matematica, Bari.

"I rettori italiani? La metà di loro è iscritta alla massoneria."
Stefano Podestà, ex ministro dell'Università 1996.

"Non ho mai conosciuto nessuno che sia diventato professore solo in base ai propri meriti".
Paolo Bertinetti, preside della facoltà di Lingue e letteratura, Torino.

"Sfogliando l'ulrimo annuario accademico sembra di leggere le tavole della legge di Mendel, tale è la regolarità con cui si succedono i nomi dei padri e dei figli nella stessa professione, nella stessa facoltà, spesso nella stessa cattedra".
Lino Jannuzzi, L'Espresso 1965.

"A Bologna ci sono due lobby, Massoneria e Cl. Controllano la sanità e la facoltà di Medicina. E' sempre stato così. E' uno spaccato inquietante".
Lino Mancuso, ex magistrato, assessore comunale a Bologna.

"Se non si spezza questa catena, i giovani saranno a immagine e somiglianza di chi li ha arruolati, e tutto rimarrà uguale".
Carlo Sabbà, professore, si è ribellato al sistema dei concorsi truccati.

"I rettori hanno famiglia in 25 delle 59 università statali italiane. Quasi il 50 per cento (42,3) ha nella medesima università un parentr stretto, quasi sempre un altro docente".

"Non mi sento neppure precario, sono un invisibile e temo delle rappresaglie. Ho paura".
Testimonianza di un lettore dell'Università di Genova, pubblicata su "il manifesto", 18 ottobre 2008

Il post sul blog di Chiarelettere.
Le iniziative della rete contro i baroni.

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