12 gennaio 2009

Il fuoco di sbarramento sulla giustizia

Occorre riformare la giustizia: sarebbe bello farlo assieme, ma siamo disposti a farlo anche da soli.
Questo il sunto di quanto raccontano gli esponenti del centrodestra.

Intercettazioni, separazione delle carriere, obbligatorietà azione penale (priorità stabilite dal governo), composizione del CSM (più membri laici, scelti dall'esecutivo), separazione della polizia giudiziaria dal pm (come accadeva tra il 1948 e il 1989, dice Alfano).

Per quale motivo dovremmo accettare queste proposte? Solo perchè altrimenti la CDL le impone a colpi di maggioranza?
Da 15 anni in tutte le agende politiche (di tutti i colori) si parla di riforma della giustizia: i risultati sono sotto gli occhi di tutti (almeno di chi li vuole vedere).
Trasparency international ci pone in fondo alla classifica per il livello di corruzione.
Cito da Antimafia2000:
In dieci anni, dal 1996 al 2006, in Italia i condannati definitivi per corruzione sono passati da 1159 a 186 (-87,5%); per peculato, da 608 a 210 (-65%); per abuso d’ufficio da 1305 a 46 (-96%); per concussione da 555 a 53 (da 10 a 1). La ripartizione geografica dei dati è ancor più penosa: nel 2006 i condannati per corruzione sono stati appena 5, in tutta la Sicilia la miseria di 5, in tutta la Campania 3, in tutta la Calabria addirittura 0 (infatti il Csm ha deciso che Luigi De Magistris è incompatibile con l’ambiente: troppo losco in un ambiente così profumato).

Per quale motivo allora si riforma nuovamente la giustizia? Per una pacificazione tra magistratura e politica? E con chi ci dobbiamo pacificare?
Con i corrotti, con i condannati per mafia, estorsione, per falsa testimonianza? Con Cuffaro, Dell'Utri, Bonsignore, Carra (quello delle manette di Di Pietro)?
Con quelli che hanno definito i magistrati "metastasi" e il mafioso Mangano un eroe? E quelli che hanno silurato Caselli alla procura antimafia e permesso a Carnevale di rientrare in Cassazione?
Occorre la certezza della pena, si dice. Basterebbe stoppare la prescrizione al rinvio a giudizio, come succede in altri paesi.
Occorrono tempi brevi per i processi? Allora basta togliere tutti gli appesantimenti messi al processo penale (come la possibilità di usare le email elettroniche, diminuire i gradi di processo ..).
Leggetevi Toghe rotte di Bruno Tinti.

Ma quale è la linea del PD? Non si era detto che si voleva fare opposizione?
Ancora una volta ci siamo cascati: anzichè imporre una nostra agenda, con i nostri punti per la riforma delal giustizia (che magari metta le manette ai colletti sporchi, o almeno li metta in condizione di non nuocere), si sceglie il male minore. La proposta Fini anzichè quella di Berlusconi. Quanto si differenziano, nel concreto, ancora non lo sappiamo.

In America Blagojevich è sottoposto all'impeachment e Madoff rischia di finire in carcere.
Noi teniamoci Carra, Ciarrapico, De Michelis, Margiotta, Crisafulli, Fitto.

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