26 novembre 2008

Parola di nessuno

Nelle mani di nessuno è il racconto della lotta alla mafia (ma anche al neobrigatismo) di uno "sbirro" in un paese malato.

Una lettura cruda e reale, che si basa sulle esperienze da vita vissuta di un agente, Gianni Palagonia, pseudonimo dietro cui si nasconde un poliziotto vero.
Si parla di tante cose, in questo libro.

Della mafia al nord:
Ricordo le parole di uno dei tanti pentiti di mafia con cui ho avuto a che fare in Sicilia:
"Ci sono in particolare cinque regioni d'Italia dove abbiamo creato basi e dove concentriamo le attività per ricilare il denaro con l'apertura di attività apparentemente regolari: pompe funebri, imprese edilizie, centri commerciali, subappalti con società di movimento terra"

Sui finti pentiti, usati per ricreare insediamenti mafiosi con i boss in esilio al nord: qui sono due mafiosi che, intercettati, parlano di un altro che si è finto pentito ed è stato inserito nel programma di protezione
"
S: ma che non lo controllano?
M: Ma che! Fa quel c.. che vuole. Lo hanno messo in una città piccola: dice che là i poliziotti sono tutti 'quaqquaraquà', non 'figghi di buttana' come quelli nostri. Lui li prende per il culo facendosi vedere bravo ed educato e quelli ci credono veramente ..."

La mala politica.
"La cosa più sconcertante per il tuo senso morale è la doppia faccia dei politici: gli uomini ai quali, più che ad ogni altro, la gente comune chiederebbe di essere rappresentata e tutelata. Li vedi in televisione sprigionare zelo e grandi progetti per il bene del popolo; li senti parlare al telefono e non si sollevano un palmo dalle meschinità di interessi personali e di bottega, puntando a profittare illecitamente della loro posizione alla faccia dei precari e delle famiglie monoreddito che dignitosamente, e con grandi sacrifici, tirano la carretta per arrivare a fine mese.
E noi, poliziotti sottopagati che rischiamo la vita un giorno sì e l'altro pure, dobbiamo prostrarci ai voleri di questa classe dirigente indegna, combattendo ogni giorno la tentazione di cambiare mestiere."


Contro la giustizia a doppio binario
Le condanne o le assoluzioni sono diverse a seconda delle amicizie dell'imputato e della sua influenza politica. Deleghe per particolari indagini vengono assegnate a questo o quel magistrato amico.
In alcuni casi il magistrato si accanisce e ti chiede anche di contargli i peli del cu.., in altri si limita a richiedere un paio di vaghi accertamenti, anche se c'è un legittimo sospetto che abbia legami con la criminalità organizzata.
Quale sarebbe l'interesse dle magistrato?
Le risposte possono essere molte: amicizia personale, corporativismo politico, interessi economici, voglia di far carriera.
Già: si può far carriera per aver insisitito o anche per aver tralasciato, per aver dichiarato o per aver taciuto qualcosa nelle sempre più frequenti esternazioni dei magistrati sulla stampa e la televisione.Chi deve capire capisce, registra il favore e a tempo debito restituirà.

Poi si parla anche della sempre maggior politicizzazione dei sindacati di polizia, che avrebbe permesso carriere facili a tanti non meritevole.
Delle mogli dei poliziotti, abituate alla vita senza orari del compagno. Arruolate anche loro.
Del legame tra massoneria, politica e mafia. E di uno strano finanziere con forti legami con Palazzo Chigi e della sua compagna, chiamati "Il mostro e la cantante".
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