25 novembre 2008

La casa del comandante di Valerio Varesi

Il tutto inizia con un inseguimento ad una banda di ladri di bancomat, mentre Soneri si trova in perlustrazione nella bassa.Un inseguimento che si trasforma nel ritrovamento di un cadavere, dentro il fango di una golena (quello spazio piano compreso tra la riva di un corso d'acqua ed il suo argine): uno sconosciuto cui qualcuno ha sparato.

E non basta, nella stessa convulsa notte, dove si doveva dar la caccia ai rapinatori, a dei presunti trafficanti d'armi, forse gli extracomunitari dell'est che pescano il pesce siluro, un altra scoperta.Il cadavere mummificato del vecchio comandante partigiano, Manotti, morto in solitudine nella sua casa.

La casa del comandante appunto.
In un mondo in cui tutto sta cambiando, non rimangono appigli, certezze per il commissario. Alle prese con un capo (il Questore Capuozzo che vuole sempre imporre le sue ragioni); con la compagna Angela (che tanto più Soneri cerca di stringere, tanto lei sembra voler sfuggire).
Con un mondo di persone sempre più arrabbiate: arrabiate contro un mondo in cui tutto si può comprare "la giustizia la rispettabilità, il diritto a comandare".

Ex partigiani, nuovi speculatori che usano il fiume come discarica, giovani senza un perchè e giovani con tanta rabbia in corpo che sfogano nel modo sbagliato...

Di fronte a questo, Soneri getta il suo sguardo di persona e di poliziotto: una persona in cerca del perchè dei fatti che accadono, fedele ai valori con cui è cresciuto, la terra, la lotta contro le ingiustizie. Con un senso del dovere tutto particolare:
"Io non mi sento responsabile verso Capuozzo [il capo] o la Questura, non me ne frega niente. Ma quando vedi un morto, uno che nessuno vuole, uno che marcisce in terra, allora ti senti responsabile. Verso la persona che è stata, verso quel che ha rappresentato per sè e per gli altri. Verso il suo sorriso di bambino, verso la madre che l'ha amato.
E' di questo che mi sento responsabile. E non c'è dovere o codice a impormelo".

In un mondo dove il marciume che scorre nel fiume (dove in tanto girano di notte non con propositi buoni, a caccia di tesori magari) diventa metafora del marciume del mondo, è questo senso del dovere che lo porta ad andare fino in fondo nelle sue inchieste.

Il blog di Valerio Varesi.
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