14 novembre 2008

Anche per la Diaz, giustizia a doppio binario

Sentenza di primo grado per le violenze al G8 di Genova alla Diaz.
La famosa macelleria messicana:

La notte del 21 luglio 2001 agenti del settimo nucleo del Reparto Mobile di Roma e altri di altri reparti fecero irruzione nel complesso scolastico Armando Diaz e Giovanni Pascoli, che era il quartier generale dei no global.

La difesa ha sempre sostenuto che l'azione fosse diretta ad arrestare gli autori delle devastazioni che migliaia di manifestanti avevano compiuto in città, per l'accusa sarebbe stata una specie di rivalsa voluta dai vertici della polizia che non erano riusciti a tutelare l'ordine pubblico.
Nella scuola furono malmenati e arrestati 93 giovani, poi liberati perché contro di loro non c'erano prove.

I poliziotti furono accusati di falsificazione delle prove: le due molotov, i picconi e le spranghe esibiti come tali, secondo l'accusa, sarebbero stati rispettivamente trovati nelle aiuole di corso Italia e in un cantiere aperto nel complesso scolastico. Secondo gli avvocati difensori, però, le presunte falsificazioni sarebbero state causate dalla fretta e dal disordine di quei momenti.

«Finita la mattanza e ritiratasi la polizia entrammo a vedere. C'era silenzio, un silenzio agghiacciante. E sangue, pozzanghere di sangue. Ad ogni piano c'era del sangue sui muri. Una carneficina!»
Graziella Arzaroli, medico del Genoa Social Forum, 20 luglio 2001


Condanne (miti) per la manovalanza.
Assoluzioni per chi reggeva la catena di comando.

1 commento:

Anonimo ha detto...

vero. la sentenza è scandalosa.
ma assolutamente prevedibile: lo stato non può processare se stesso.

ecco. allora io ieri facevo questo pensiero:
è in uscita il film-inchiesta "Fare un golpe e farla franca" a cura di Deaglio, Creamagnani e Portanova, che si apre con il ricordo di Bertinotti relativo a quella sera.
ora...
possibile che né un deputato, né un senatore abbiano mai condiviso le sorti della carne da macello che mandavano avanti?

essere credibili significa anche condividere le sorti di chi sta in prima linea

Lo