03 settembre 2008

La privacy dei potenti

Ogni volta che esce fuori una intercettazione che inguaia (magari non dal punto di vista giudiziario direttamente) i nostri potenti, si tira in ballo la privacy violata con conseguente persecuzione personale dell'interessato. Ultimo caso, quello di Prodi con tutti gli avvocati difensori non richiesti.

Nel fronte anti-intercettazioni fanno parte sia esponenti del Pdl, che del Pd (che anche su questo fronte è spaccato).

Contro le intercettazioni Latorre, Carra e il senatore avvocato Guido Calvi; gli editoriali di Riformista e Europa.

Per Nicola Latorre, la procura di Milano ha chiesto l'autorizzazione per utilizzare le telefonate intercettate nel 2005 tra il parlamentare Nicola Latorre e gli indagati Giovanni Consorte, all'epoca amministratore di Unipol e l'immobiliarista Stefano Ricucci.

Guido Calvi è stato avvocato difensore di Ricucci e D'Alema (sempre a proposito di furbetti).
Enzo Carra è semplicemente uno dei condannati (tangenti) che siedono in parlamento.

Dunque è "normale" che in un paese anormale come il nostro questi due politici siano contrari alle intercettazioni. Quando si rischia la galera...

Ma a quale privacy fanno riferimento lorsignori? Fossero almeno persone discrete.
Luxuria confessa di essersi prostituita.
La fidanzata di Fratttini (PDL) fa outing sulla sua relazione.
Fini racconta a Che tempo che fa di essersi fatto una canna.

Bossi confessa della sua volontà di morire dopo l'ictus.
Di Berlusconi ricordo le sue uscite su amanti, amorazzi, donnine.
E le lettere di Veronica pubblicate su Repubblica.

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