12 novembre 2007

Rumeni a casa loro?

Vogliamo veramente mandare i rumeni a casa loro?

Sentite cosa ne pensa Franco Martini, leader della Fillea CGIL:
"Senza rumeni chiuderemo tutti i cantieri da Bologna in su".

  • sono 200000 i rumeni impegnati nei cantieri edili italiani
  • 18% è la percentuale di rumeni in questo settore
  • 333000 il numero di costruzioni costruite ogni anno in Italia
  • 46000 sono le case che non verrebbero costruite senza rumeni
  • 145000 euro è il PIL prodotto dal settore costruzioni
  • 26 miliardi di euro è la quota di PIL prodotta dai lavoratori edili rumeni

Allora siamo ancora decisi? Tutti a casa?
Chi va in cantiere a morire?
Aggiornamento: Beppe Giulietti su articolo21 riporta i dati del rapporto inail sui morti del lavoro
La comunità rumena contrariamente a quanto pensa quasi tutta l'opinione pubblica italiana non ha solo il primato degli epidosi di cronaca nera ma purtroppo detiene anche il triste primato delle morti bianche....
trenta morti e più di un 11mila feriti.
Questa strage avviene in particolare nei cantieri dove si aggirano le norme e dove i lavoratori stranieri svolgono spesso la loro occupazione senza diritti e per far fare soldi anche ad italiani senza scrupoli.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

hai presente metà di quei tizi che vedi tutte le mattine sul giornale e che tutti i santi giorni dicono la stessa cosa? io ci metterei loro
(FulviaLeopardi)

alduccio ha detto...

Sui treni piombati per la Romania?
O ai cantieri (senza protezione, ovvio) qui a Milano?
Oppure semplicemente a quel paese?
Ciao

Anonimo ha detto...

il tuo post di oggi è un po' strano.
Il primo pezzo sembra suggerire: "Non mandiamoli a casa per non mettere in difficoltà il settore edile"
che però non è diverso dal dire "Non facciamo controlli sui cantieri per non mettere in difficoltà il settore edile": cioè esattamente l'opposto!

ma in fondo hai ragione: c'è sempre un altro lato della medaglia, il buone ed il cattivo di ogni decisione...

alduccio ha detto...

Il settore edile si appoggia su entrambe questi fattori: pochi controlli su chi lavora e grande uso di immigrati (magari in nero, assunti il giorno stesso in cui avviene un incidente al cantiere).
Primo: mandare casa in blocco i rumeni significa un danno economico.
Secondo: parliamo di sicurezza, ma anche di come li trattiamo noi.
Forse sono stato poco chiaro: volevo solo mettere in evidenza quanto qieste persone siano rilevanti per la nostra industria.
Aldo