13 novembre 2007

Maruzza Musumeci di Andrea Camilleri

Un “cunto” ambientato nella Sicilia di inizio secolo scorso, a metà tra fantasia e realtà.
Come i racconti dei cantastorie, che parlano di eroi cavalieri, briganti ..
Camilleri riporta in quella Sicilia l'epopea di Omero e di un novello Ulisse, e delle sirene.
Perchè le sirene esistono, sono donne bellissime e sensuali, dal canto melodioso: solamente sentono la periodica necessità di ritornare ad abbracciare l'amato mare.
Ma a parte questo, vivono e amano in mezzo a noi.

Un racconto che ha come protagonista Gnazio che, dopo aver trascorso 25 anni in america ad “arrumare li pianti”, torna al suo paese, Vigata, per comprare terra e trovare moglie.
Grazie alla sensale, trova la donna per lui: una ragazza di trent'anni, bionda e bella. E il posto dove costruire la sua casa si trova in contrada ninfa.
Si chiama Maruzza Musumeci ed è una sirena: una donna bellissima, perennemente giovane, così come la catanonna è vecchia di un'età indefinibile, che sceglie Gnazio per marito, proprio per la sua paura del mare.
Maruzza e Gnazio avranno una casa, dei figli, una vita felice. In questo racconto dove non sono distinti i confini tra favola e realtà, ma anzi si uniscono come il mare abbraccia la terra gettandosi sulla spiaggia o contro gli scogli, si trovano riuniti tutti i racconti.

Dal mito di Omero, alla Sirenetta di Andersen, alla sirena di un romanzo di Soldati (“La verità sul caso Motta”) che come la figlia di Gnazio, Resina, salva il fratello da un naufragio.

Dalla terza di copertina di Salvatore Nigro:

Questo «cunto» è una maneggevole storia naturale delle Sirene. E anche una «storia morale». La vicenda si svolge a Vigàta, tra Ottocento e Novecento. In contrada Ninfa, che è una lingua di terra sul mare: un'isola immaginaria, odissiaca, che figura ancora sulle rotte dei mitici navigatori; ed è visitata dai sogni incompiuti dalle metamorfosi di pescatori, naiadi, e cretaure marine. Le Sirene non sono pesci con il rossetto. Sono donne feconde, terribilmente seducenti. Vivono tra gli uomini. Abitano gli stessi luoghi, ma non vivono nello stesso tempo. Vengono da una profondità di millenni: sono troppo vecchie o troppo giovani, al di sopra della vita e della morte.
Hanno uno sguardo lungo sul passato. E un'immota fissità di ricordi. Non hanno dimenticato l'offesa di Ulisse. Sono le vestali e le vittime del loro segreto.
Il rancore e il desiderio di vendetta risvegliano in esse l'animalità selvaggia. Cercano però un'uscita dalla ferinità, per entrare nel tempo degli uomini.
Il «cunto» di Camilleri è una poetica favola vichiana. Maruzza e la sua bisnonna parlano in greco tra di loro. Ed è sui versi dell'Odissea che le due Sirene verificano eventi ed emozioni.
Il loro canto è sensuoso. Ma sa essere pure un complotto d'acque, un irresistibile richiamo di onde e scogli.
....
Le Sirene non uccidono più. Amano e soccorrono. Come nel racconto di Lampedusa. E come nella Sirenetta di Andersen.
Il «cunto» di Camilleri è, infine, e sorprendentemente, un «cunto de li cunti».


Una piccola nota alla scrittura: andando in là con gli anni, il maestro abbandona i canoni della lingua italiana per immergersi “profunno” in un dialetto ricco di parole dal suono melodioso che evocano immagini fantasiose, che vanno oltre il primo significato.
Come la parola “attrunzò”, presente in questo dialogo tra Gnazio in cerca di moglie e la sensale:
“Quanti anni aviti?”
“Quarantasetti.”
“E comi vi funzionia?”
Gnazio non capì.
“Che mi devi funzionari”
“'U manicu mascolino.”
Gnazio accapì e arrusicò.
“Boh” fici.
“Da quanto non l'usate?”
Gnazio si fici il craccolo.
“Diciamo se' anni.”
“Vi maritati per aviri figli?”
“'Nca certo!”
“Allura videmo la merci.”
Gnazio capì e si calò i cazuna.
“A vista, mi paru tutto a posto” disse la fimmina e avanzò il vrazzo.
A malgrado che la pelli della mano della vecchia pariva fatta di scorcia d'arbolo, Gnazio, a sentiri la tuccata stranea, attrunzò.
“Bono, bono” fici la vecchia arridenno.


Sicuramente un passaggio che finirà nella sezione del camisutra.
Vi tornerà utile il dizionario della grammatica di Camilleri, presente sulle pagine del suo sito.
Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Il libro sul sito della Sellerio.
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1 commento:

Rod ha detto...

Sono di familia italiana ma non sono Italiano. meta vita a la Argentina meta alla Auastralia. Prima volta che leggi Camillieri fu Maruzza. A'l initzio me fecce dificolta a capire - meta libro cominciai a saporire ogni parola, formidabile! - Fini il libro conmosso ma triste, triste perche la realta de la vita e di la morte cancella la fantasia de la irrealita. Un'opera bellissima !