07 ottobre 2007

A ciascuno il suo

Falcone e Borsellino. La calunnia il tradimento e la tragedia: questo libro di Giommaria Monti racconta dei due giudici siciliani, tanto calunniati, bistrattati da vivi, tanto idolatrati e messi ad esempio ora da morti. Quando non possono più, con le loro inchieste, causare danni.
Leggetevi di quello che dicevano di loro: che erano incompetenti, che cercavano le luci della ribalta, che volevano distruggere l'economia e la classe politica siciliana (la DC siciliana di Andreotti e Salvo Lima).
I giornali riportavano le lettere di “onesti cittadini” infastiditi dalle sirene della scorta: come se il problema fossero i giudici e non la mafia che li faceva saltare in aria col tritolo.
Per non parlare delle lettere del corvo, delle voci per cui Falcone gestiva i pentiti in modo poco chiaro: per finire con il giudice ammazzasentenze Corrado Carnevale (ora ritornato in servizio): “Non ho presieduto il maxiprocesso in Cassazione non per la pressione di quel cretino di Falcone .. perchè i morti li rispetto .. certi morti no” [8 marzo 1994]
Per il presidente della corte d'Appello, Pizzilo, Falcone andava caricato di processi semplici, in modo che cerchi di scoprire nulla.

Occorre leggere questi libri che raccontano il passato, per comprendere meglio il presente: tutto il nervosismo per le uscite dei magistrati (De Magistris e Forleo ad Annozero) che raccontano delle pressioni da parte dei politici e del senso di solitudine, nel quale sono costretti a lavorare.
Deja vu.

Borsellino aveva rilasciato un'intervista all'Unità ("Noi ex professionisti dell'antimafia", il 13 agosto 1991 al giornalista Saverio Lodato), dove si lamentava dello smantellamento del pool, che causò, sue parole “un quarantotto”. Ma lo fece perchè era l'unico modo per mettere davanti a tutti quello che stava accadendo: “Se il pool antimafia deve morire, deve morire davanti a tutti”.
Paolo Borsellino, come ricordava il fratello, fu trascinato davanti al CSM, che chiedeva conto della sua intervista.
Borsellino, è bene ricordarlo ogni volta, rilasciò anche un'intervista, mandata in onda poche volte, dove parlava di Marcello Dell'Utri, Silvio Berlusconi e della mafia.
Come vede non ci dimentichiamo di silviuccio caro.

Come devono essere chiare e limpide le motivazioni della richiesta del trasferimento del magistrato De Magistris da parte del ministro Mastella. Non possiamo lasciare spazio a dubbi e ambiguità: altrimenti si rischia davvero il qualunquismo “son tutti uguali”. Altrimenti davvero viene da chiedersi per chi lavora il signor ministro Mastella.

Inquietanti sono le intercettazioni mandate in onda “è un pagliaccio che ha dato fastidio ad un sacco di gente ... lo dobbiamo ammazzare ...”. Certo sono parole che si devo interpretare, quelle dell'ex presidente della Calabria di Forza Italia, Giuseppe Chiaravallotti. “... la reazione sarà adeguata”: oggi i giudici non si uccidono più col tritolo. Li si sovraespone mediaticamente, diventano loro le persone deviate all'interno di uno stato, che dovrebbe combattere criminalità e corruzione.

Faccio mie le domande di Sonia Alfano al sottosegretario Scotti:
- perchè le ispezioni dopo le interrogazioni parlamentari?
- Ogni anno si ricorda Paolo Borsellino: perchè non valorizzare questi magistrati, quando sono ancora in vita?
- Si fanno le ispezioni sul cattivo operato di De Magistris: il procuratore generale di Messina, Cassata, è stato sorpreso mentre parlava, in piazza, con la moglie di un boss della mafia, Gullotti (socio dello stesso cicolo culturale). Non sono questi i magistrati da trasferire?

Noi siamo la sinistra: siamo per la giustizia, contro la mafia: noi non siamo quelli col grembiule, non siamo piduisti, massoni. Quella di Travaglio deve essere intesa come una provocazione. Eppure la sensazione che ci sia qualcuno, lui si qualunquista, che voglia amalgamare le coscienze e abbattere le barriere. Non è così.

Allora diamo a ciascuno il suo:
Ricordiamo allora che Rete 4 è ancora in onda, nonostante le sentenze della consulta, le richieste della Corte di Giustizia europea.
Ricordiamo la memoria illustrata dal pg Antonino Gatto a Palermo al processo d'appello contro Marcello Dell'utri. Si parla dell'accordo con la mafia dietro il decreto “salvaladri” nel 1994, il patto di scambio con la mafia, all'epoca del primo governo Berlusconi. Accordo raccontato dal pentito Salvatore Cocuzza, in base al racconto che gli fece Vittorio Mangano (lo stalliere di casa Arcore) nel 1994.
Ricordiamo la notizia, passata sotto silenzio, per cui il Comitato di Monitoraggio dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha deciso di non mettere sotto osservazione l'Italia per quanto riguarda la libertà dei media perchè l'uscita dal governo di Silvio Berlusconi ha temporaneamente rimediato alla situazione di conflitto di interesse creata dalla sua posizione di primo Ministro e proprietario di Mediaset. Almeno in Europa, Silvio Berlusconi è un problema.

P.S. 1: come coniuga, madre Mastella, l'iscrizione ad una loggia massonica (smentendo se stesso) e lo sventolare la sua religione cattolica?
P.S. 2: ricorre l'anniversario della morte di Anna Politkovskaja. Uccisa perchè era una giornalista non domabile.

3 commenti:

Luca Tittoni ha detto...

Ciao Alduccio,i tuoi post sono sempre interessantissimi, ti leggo più di quanto io possa commentare. Ho letto molto di mafia e Antimafia,questo libro mi manca e lo leggerò presto.Grazie per il "consiglio". Ultimamente ho letto l'agenda rossa di Paolo Borsellino,testo da rimanere per certi versi esterrefatti dalla condotta dello stato. E' bene ricordare anche il procuratore capo Giammanco,colui che ostacolò in tutti i modi Falcone prima e Borsellino poi.Così come da persona quasi apolitica, è bene ricordare che l'intervista di Paolo Borsellino su Dell'Utri e Berlusconi è la sua ultima intervista prima di essere trucidato. Piccole cose messe così, molte, tantissime se legate ad un mosaico inquietante di una seconda repubblica che affonda le sue radici nel sangue delle stragi. Ciao, un saluto, Luca

alduccio ha detto...

Grazie, buona antimafia anche a te
Aldo

Anonimo ha detto...

La lettera di "onesta cittadina" che citi l'ho riportata tempo fa sul blog:

http://www.xantology.com/2006/11/28/gentilmente-le-stragi-in-periferia-io-sto-guardando-la-tv/

A memoria storica.