10 settembre 2007

Mentre si perseguivano i lavavetri


Mentre si perseguivano i lavavetri, la mafia ha attaccato il campo di calcio del centro Don Puglisi.
Mentre si urlava alla tolleranza zero, la mafia ha bruciato l'auto al segretario ds della Calabria, Carlo Guccione.
Mentre si chiedevano le strade pulite da accattoni, lavavetri, prostitute, il giornalista dell'Ansa Lirio Abate subiva atti di intimidazione.
Da parte di Cosa Nostra, che non ha gradito ilsuo libro "I complici", nel quale si parlava del legame tra mafia e politica, in particolare dei politici che hanno permesso la latitanza a Bernardo Provenzano.

Triste che un giornalista sia costretto a scrivere i suoi articoli in un libro piuttosto che sui giornali. Questo al dice lunga sullo stato di salute del giornalismo italiano.
La mafia non gradisce le luci della ribalta. Non perdona a chi parla, facendo nomi e cognomi, dei contatti tra cosa nostra e chi amministra la cosa pubblica.

Verrebbe fuori un quadro impietoso: come a Castellamare del Golfo. Comune sciolto per infiltrazioni mafiose, dove addirittura il commissario nominato da noma è finito sotto indagine.
Come lo sperpero di denaro pubblico in Sicilia: una regione con un buco di bilancio di 1000 ML di euro per la sanità.
Una regione dove i consiglieri regionali guadagnano più dei ministri di Prodi, prendendo una diaria di 160 euro/gg.
Dove per il Columbus Day sono stati spesi 680000 euro.
Ma i veri problemi sono i lavavetri.

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