02 settembre 2007

Il metodo antistronzi di Robert I. Sutton

Come creare un ambiente di lavoro più civile e produttivo o sopravvivere se il tuo non lo è.

Alzi la mano chi di voi lavora in un ufficio con un collega/capo/responsabile che è un vero "stronzo". Una persona arrogante, che urla, che tende ad urlare, umiliare la sua vittima di turno, lanciare occhiatacce o tende a comportarsi come se questa persona non esistesse.

Bene, se c'è qualcuno che non ha alzato la mano, mi mando la mail indicando il suo posto di lavoro che gli mando il mio c.v.

Il libro del professor Sutton parla del "metodo antistronzi" (mi scuso per il termine crudo, ma in questo caso credo che sia necessario): come comportarsi in ufficio per sopravvivere; quali metodologie adottare per contrastarli; come combattere lo stronzo che è in te (tutti abbiamo dei momenti di cattiveria cui pentirci, poi); come riconoscere gli stronzi e i posti di lavoro dove questi proliferano e, se possibile, evitarli.

Gli stronzi sono un costo in azienda: in termini di turnover, di licenziamenti (i collaboratori costretti ad andarsene), di malattie, permessi e ferie.
Gli stronzi, portando a breve magari dei risultati positivi all'azienda nella quale lavorano, tendono però a creare un ambiente di lavoro improduttivo, con gente insoddisfatta. Che magari, dopo tante angherie, fa le valigie per trovarsi un altro impiego.

Gli stronzi sono un problema da eliminare, senza cercare di conviverci o tollerarli. Nessuna attesa sulla riva del fiume, in attesa del cadavere. Perchè gli stronzi non la smetteranno mai.
Che fare allora? Il metodo va applicato dal basso, tra colleghi. Cercando solidarietà tra le vittime e creando un clima dove è il carnefice che si deve sentire in colpa e in difetto.
Ma il metodo, che troverete spiegato nel libro, va applicato dall'alto. Devono essere i vertici delle società, a partire dagli amministratori delegati, a doversi convincere che gli stronzi (mi scuso ancora del termine) non devono trovar posto nell'organigramma.

Come individuare gli stronzi? C'è un semplice test:

  1. Dopo aver parlato con il presuto stronzo il bersaglio si sente oppresso umiliato, sgonfiato o sminuito? In particolare la vittima si sente a disagio con se stessa?

  2. Il presunto stronzo sputa veleno sulle persone che hanno meno potere rispetto a lui, piuttosto che quelle che hanno più potere?

Il decalogo: estratto da Il metodo antistronzi di Robert I. Sutton

1. Enunciate il metodo, mettetelo per iscritto e applicatelo. Ma se non siete in grado o non volete seguirlo, è meglio non dire niente: evitare una falsa promessa è il minore dei due mali. Non fatevi la fama dell’ipocrita o del capo di un’organizzazione piena di stronzi.

2. Gli stronzi assumeranno altri stronzi. Tenete gli stronzi che avete in casa al di fuori del processo di selezione del personale, oppure, se non potete, coinvolgete quante più presone “civili” durante i colloqui e le selezioni, così da limitare la tendenza degli stronzi ad assumere “quelli come me”.

3. Liberatevi degli stronzi appena potete. Le aziende spesso aspettano troppo prima di liberarsi degli stronzi patentati e incorreggibili. E una volta che lo fanno, la reazione più comune è, «perché ci abbiamo messo tanto?»

4. Trattate gli stronzi da incompetenti. Anche se qualcuno è bravissimo nel suo lavoro ma continua a mortificare il prossimo, va trattato da incompetente.

5. Il potere genera stronzaggine. Attenzione: concedere a qualcuno – anche alle persone all’apparenza più miti e sensibili – un minimo di potere può trasformarlo in uno stronzo integrale.

6. Adottate il paradosso potere-performance. Accettate il fatto che la vostra organizzazione ha, come è giusto che sia, un ordine gerarchico, ma fate tutto quello che è in vostro potere per ridimensionare e ridurre le altre differenze di rango tra i membri. Avrete meno stronzi tra i piedi e, secondo i migliori studi, anche una performance migliore.

7. Gestite i momenti, non solo i processi, le politiche e i sistemi. Gestire al meglio gli stronzi vuol dire concentrarsi sulle piccole cose quotidiane e lavorare per cambiarle. I miglioramenti sono garantiti. Riflettete su ciò che fate, osservate come gli altri rispondono al vostro comportamento e a quello dei colleghi e fate degli “aggiustamenti” durante l’interazione con le persone che vi trovate davanti.

8. Mettete in pratica e insegnate il confronto costruttivo. Costruite una cultura aziendale in cui tutti sappiano quando discutere e quando smettere di litigare. Insegnate a raccogliere dati, ad ascoltare gli altri, a non piagnucolare e a portare a avanti le decisioni prese (anche quando si è in disaccordo). Quando arriva il momento di combattere per un’idea, seguite il consiglio di Karl Weick: «Se hai ragione combatti, se hai torto ascolta».

9. Adottate il metodo dello stronzo di rappresentanza. Poiché le persone tendono a seguire le regole più scrupolosamente in presenza di una o due “mele marce”“stronzi di rappresentanza”. Avere sotto gli occhi dei “modelli contrari” spinge tutti gli altri a comportarsi bene. che danno il cattivo esempio, il metodo anti-stronzi ha più possibilità di successo nelle organizzazioni che contano al loro interno uno o due

10. In sintesi: unite a politiche di ampio respiro i piccoli gesti quotidiani. Una buona politica di asshole management (gestione degli stronzi) è possibile solo in presenza di un circolo virtuoso che concili le “grandi” politiche aziendali con i piccoli gesti quotidiani delle persone che parlano e lavorano insieme.

Il sito del libro e il suo blog.
Il blog dell'autore (in inglese).

Avete delle segnalazioni su stronzi nella vostra azienda o casi da raccontare? Scrivete qui: metodoantistronzi@gmail.com.

Il link al sito della casa editrice.

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