03 settembre 2007

Blu notte: L'armadio della Vergogna

A Blu notte si è raccontata la storia di un armadio, nel palazzo del consiglio superiore della magistratura, con le ante rivolte verso il muro.
Un armadio che contiene storie di massacri, saccheggi, stupri, borghi, cascine e paesi incendiati.
Un armadio pieno di scheletri: scheletri dei morti uccisi a Sant'Anna di Stazzema e nei paesi vicini.
Era il 12 agosto 1944: le SS della XVI divisione panzergranadier ReichFuhrer, del battaglione comandato dal maggior Walter Reder si lasciarono alle spalle 560 morti.
Di cui 132 bambini di meno di 12 anni.
Gli scheletri delle donne, anziani, preti, bambini uccisi a Marzabotto, tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944.
Anche qui a compiere le atrocità furono le SS della divisione assassina di Reder, con l'aggiunta di un battaglione di ex prigionieri sovietici ma anche con reparti di militari repubblichini italiani.

Dovevano sgominare la brigata partigiana di Monte Sole, comandata da Mario Musolesi (Lupo). Come a Sant'Anna lasciarono alle spalle una schia di morti: donne, anziani bambini.
770 persone uccise in 21 comuni. 216 bambini con meno di 12 anni.
E uccisi anche male, in modo efferato: bruciati vivi, lasciati a morire agonizzanti per ore, bambini estratti dal ventre della madre e usati per titi a segno.

Nell'armadio della vergogna non vengono citati episodi di guerra: nei 2274 fascicoli si riportano in bella grafia testimoni, date, episodi e colpevoli.
Colpevoli di barbarie: cosa avevano fatto quelle donne, quei bambini per essere uccisi in quel modo.

Lo storico Shreiber parla di "vendetta civile", contro la popolazione civile italiana, colpevole di tradimento nei confronti della Germania.
A spingere quei soldati fu un odio razziale.Come spiegare altrimenti le rappresaglie (che si spinseri fino al 2 maggio 1945, quando Hitler e Mussolini erano già morti), che portarono alla morte circa 10000 civili.
Perchè i fascicoli rimasero in quell'armadio e non furono mandati alle procure competenti, affinchè potessero istruire i processi per crimini di guerra contro i militari (ma si possono veramente chiamare militari gente come Reder, Anton Galler, il fornaio, Kesserling, Priebke, Pietro Koch ?) e dare giustizia ai parenti delle vittime?Perchè le condanne a morte contri gli alti vertici della Werhmacht non furono eseguite e quei generali (Kesserling, Von Mackensen ..) poterono tornare a casa?
Perchè sulle stragi nazifasciste, ma anche sull'eccidio di Cefalonia, scese il silenzio.

La spiegazione è politica. Lo spiega la commissione parlamentare (di minoranza, fatta dal centrosinistra): era subentrata la ragione di stato.

Gli ex nemici di una volta erano diventati alleati per una nuova guerra che si stava combattendo in Europa.
La guerra fredda.
Non si poteva mettere in imbarazzo il nuovo alleato germanico (in prima linea contro i paesi del patto di Varsavia) con richieste di rinvio a giudizio di suoi militari.
Anche perchè altri paesi, dall'altra parte della cortina, paesi come la ex jugoslavia facevano pressione contro gli alleati per mandare sotto processo i militari italiani responsabili di crimini di guerra. "Si ammazza troppo poco" diceva il il generale Mario Robotti, comandante dell'XI Corpo d'Armata italiano in Slovenia e Croazia , che è anche il titolo di un libro di Gianni Oliva.
Così, si misero a tacere le richieste di giustizia italiane e quelle jugoslave. Lo testimoniano le lettere dei ministri Taviani e Martino.
E le morti civili di quell'estate di sangue furono lasciate lì, nel dimenticatoio di quell'armadio sinistro. Sorte analogo toccò poi alle morti delle foibe (se si dovevano dimenticare alcune morti, allora anche quelle dall'altra parte). Il silenzio della vergogna.
Guardate questa foto: sono i bambini di San'Anna. Nessuno di loro rimase vivo.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

trasmissione validissima, anche se lascia dentro rabbia mista ad un senso di grande vergogna...perchè tutti questi anni di silenzio sono anche la testimonianza di un impegno politico insufficiente, di poca attenzione allo scorrere del tempo sulle tante cose della nostra storia ancora senza risposta... deve essere un monito serio a non abbassare la guardia a far sì che il testimone per le generazioni future non siano le poche righe con le quali tanti libri di testo relegano certi momenti del passato...
grazie comunque per la bella trasmissione