24 agosto 2007

Cattivi italiani, povera Italia

Povera Italia, un paese pieno di cultura e opere d'arte.
Un popolo di ignoranti.

Un paese verde, turistico.
Un popolo che non sa apprezzare né tutelare l'ambiente.
E l'ambiente è una delle cose che lasceremo in eredità alle generazioni che verranno.
Oltre ai rifiuti, le auto vecchie, i vecchi elettrodomestici ..

Povero paese, dove invidia, ignoranza, racket, speculazione edilizia, mancanza di rispetto del territorio generano mostri come i due pastori di Patti che bruciano il nostro patrimonio.
Che pena dare ad una persona che distrugge un albero, quando un albero, per crescere, impiega cinquanta, cento anni?
E chi sta dietro i piromani, alle persone che concepiscono questa guerra, che pena dare? A chi ha causato la morte, a chi ha distrutto coltivazioni, case, coltivazioni. Chi ha messo in scacco le forze dell'ordine, della protezione civile, portando interi paesi in Sicilia al rischio di essere evacuato?

Quello a cui assistiamo è un monito. Un avvertimento. Dato da chi controlla, veramente, il territorio. Inutile stracciarsi le vesti, ora. Troppo tardi. La battaglia, per il momento, l'ha vinta l'antistato, l'antipolitica.
Intere regioni dove non governa lo stato. Un esempio? A Praia Mare, in Calabria, era stato bloccato un ecomostro. Che non è ancora stato abbattuto, in attesa del processo. Ne stanno costruendo uno nuovo, di ecomostro, accanto. Tanto si sa, da queste parti, come va a finire.

Ero in ferie, in una località dove sono scoppiati incendi che hanno devastato boschi, zone protette, culture. Ad Agropoli (la foto è stata scattata nel comune vicino di S. Marco), a Montecorice, a Punta Licosa, nel Cilento.
Quando vedi la collina di fronte avvolta dalle fiamme, che si muovono implacabili, si prova una sensazione di impotenza.
Quando non ci sarà più verde da bruciare, cosa ne sarà di queste zone, in Calabria, in Sicilia, in Puglia, in Campania?

Mettiamoci a posto la coscienza, con un bel stanziamento straordinario per l'emergenza incendi. Tanto al sud sono abituati. Alle emergenze e agli stanziamenti che si perdono in tasca a qualcuno.

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