13 giugno 2007

La medaglia e il suo rovescio

Ieri si parlava di intercettazioni a Otto e mezzo e a Ballarò. La stessa storia, raccontata in due modi diversi.

Da un parte Travaglio e Buttafuoco, con Gennaro Migliore a rispondere alle domande.
Dall'altra i politici, Violante, Bonino, Maroni a farsi fare le domande giuste da Floris.
Travaglio spiegava che una volta che gli atti diventano pubblici per gli avvocati, lo diventano anche per i giornalisti (il suo articolo "Clementina facci sognare"). Che il segreto istruttorio non esiste dal 1989.
Che lo scandalo italiano sono i politici colti sul fatto che, a differenza degli altri paese, non si dimettono manco con le cannonate.
Che non si capisce come mai i politici debbano godere di privacy che non è stata concessa ai presunti brigatisti arrestati a Milano nel febbraio scorso.
Persone indagate le cui intercettazioni, foto, pedinamenti, video, sono finiti sulle pagine di tutti i giornali.


Dall'altra Maroni che difendeva Calderoli (ha querelato, diceva .. cosa quereli, le indagini?); Violante che si chiedeva dove fosse il buco nella magistratura; la Bonino che si preoccupava per la durata dei processi, per cui siamo sanzionati dall'Europa.
Ma chi le fa le leggi, chiedeva ironico Vigna? La Cirielli, il giusto processo, ....

L'anomalia italiana sono gli indagati e gli inquisiti in Parlamento, caro Ministro Amato.

Che è lo stesso ministro che nel 1993, in piena Mani Pulite, cercò di approvare un disegno di legge che prevedeva la depenalizzazione del delitto di illlecito finanziamento dei partiti con la trasformazione dello stesso in illecito amministrativo. Legge che il presidente Scalfaro si rifiutò di firmare.
Da queste persone non possiamo permetterci il rispetto della questione etica.
Una classe politica
che voterà la legge sulle intercettazioni (e anche la riforma della giustizia ) a furor di Parlamento.

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