10 giugno 2007

La lettera di Travaglio a Massimo D'Alema

Travaglio, nel corso della trasmissione Annozero, ha posto il ministro degli esteri una questione politica, una sorta di provocazione (riportata poi su l'Unità del sabato "male non fare, paura non avere").

Travaglio ha prima ricostruito la storia della privatizzazione di Telecom: l'appoggio dato da D'Alema, nel 99 quando era primo ministro, ai “capitani coraggiosi” Gnutti, Colaninno e Consorte nella scalata a Telecom. Del divieto di partecipare all'assemblea, che avrebbe ostacolato la scalata, all'allora ministro Draghi.
Non c'è nulla di penale in questa storia. Certo, fu la prima “scalata a debito”, dove la società scalata viene indebitata dagli scalatori, poco coraggiosi.
E di certo qualcosa di poco chiaro ci deve essere se Guido Rossi disse “palazzo Chigi si è comportato come una Merchant Bank”.
Se il controllo della Telecom diventò un castello di società, con in cima la Hopa, che vedeva la partecipazione di Mediaset e Gnutti. La Bicamerale della finanza la chiama Travaglio.

Poi nel 2001 l'arrivo di Tronchetti con la benedizione di Berlusconi: Tronchetti ringraziò con l'acquisto di Pagine Gialle e il soffocamento de La7, che poteva togliere share al biscione.
Che bilancio dare a queste privatizzazioni? Pessimo visto i debiti della società e la perdita di valore del titolo.
E allora perchè parteggiare ancora per i capitani coraggiosi nell'estate delle scalate?

Qui si arriva alla cronaca di oggi, sulla decisione del Gip Clementina Forleo a riguardo delle telefonate intercettate tra politici e i furbetti del quartierino.
Travaglio si chiede: se non avete nulla da nascondere, perchè allora non ne chiedete la pubblicazione?

Se avete fatto solo il tifo per le coop, perchè non disinnescare la bomba, prima che qualcuno inneschi il detonatore?

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