21 maggio 2007

Rinascimento italiano

Nei secoli passati, nell'Italia delle signorie, principati, ducati, le dinastie si intrecciavano per consolidare il potere nei confronti dei regni confinanti.
Un pò come succede oggi con la fusione delle banche: l'accordo tra Unicredit e Capitalia che ha portato a Unicredit Group; l'accordo da 100 miliardi di euro.
Poco importa se ci saranno dei tagli, se probabilmente per gli utenti delle banche nulla cambierà. Intanto le dinasta italiane, la nuova razza padrona si è rafforzata.
Può perpetuare il suo potere.

"I consiglieri di Capitalia nel cda di Unicredit saranno oltre Geronzi, il rappresentante di Manodori, Salvatore Ligresti e Salvatore Mancuso." (reuters)
Gente come Cesare Geronzi sarà vicepresidente del nuovo gruppo: gente condannata per bancarotta semplice, per lo scandalo Italcase.
Gente come Salvatore Ligresti: finito in carcere per l'inchiesta "mani pulite" e condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione ha scontato la sua pena affidato ai servizi sociali. Salvatore Ligresti, il costruttore travolto dagli scandali, il tangentista che dava mazzette direttamente a Craxi, l'imprenditore che grazie ai suoi buoni rapporti con la politica è stato salvato dalle banche quand'era sull'orlo del fallimento.

In un affare di tale portata mica vai a chiedere il pedigree ai soci (ne tantomeno la fedina penale).

E la politica sta a guardare: una volta guidava l'economia, oggi la subisce.
O ne rimane invischiata.

Ieri D'Alema in una lunga intervista al Corriere lanciava l'allarme della nuova classe politica, come una casta, distratta dai propri privilegi e a tal punto scollata dal sentire del Paese da correre il rischio di essere “travolta”, come nel ’92, da un qualcosa di simile a Tangentopoli, tuttavia ben più difficile da governare e dalle conseguenze incerte.
"È in atto una crisi della credibilità della politica che tornerà a travolgere il Paese con sentimenti come quelli che negli anni '90 segnarono la fine della prima Repubblica."

D'Alema rivolge la sua critica anche nei confronti dei sindacati:
«Io ho un grande rispetto per i sindacati, però hanno perso anche loro lo slancio che ha caratterizzato l’azione del movimento sindacale, che era una forza generale che si faceva carico dei grandi temi dello sviluppo del Paese. Oggi non è così: il sindacato è molto più focalizzato sulla tutela di interessi, legittimi, ma di natura particolare. Questo vale anche per Confindustria, ovviamente, e per le altre organizzazioni economiche e sociali».

Sindacati che hanno ottenuto quello che volevano sulle richieste agli statali. Pietro Ichino dovrà aspettare la meritocrazia.

Da questa Italia di caste, principati e dinastie (non solo politiche) come ne usciremo? Dopo tangentopoli c'è stata la solita rivoluzione gattopardesca (dopo la manovra finanziaria del governo Amato) ... ma oggi?
Diceva Churchill che si può ingannare poche persone per tanto tempo o molte persone per poco tempo, ma non si può ingannare molte persone per tanto tempo.

Nessun commento: