20 maggio 2007

Gli imbroglioni: di Beppe Cremagnani e Enrico Deaglio

Gli imbroglioni. Quello che hanno fatto col nostro voto.
“Anche se non sapremo mai con completa certezza l'identità del vincitore di queste elezioni presidenziali, il nome del perdente è chiarissimo: chi ha perso è la fiducia della nazione nel giudice come guardiano delle regole della legge”.

Con queste parole, messe a verbale da Stephen Breyer, John Paul Stevens, Ruth Bader Ginsburg, membri della Corte Suprema americana, si apre il numero speciale di Diario (rivista più DVD), interamente dedicato ai (presunti) brogli elettorali delle passate elezioni, dell'aprile 2006.
Sono parole dure, quelle scritte nel dicembre 2000, dopo che la corte aveva assegnato la vittoria a George Bush.
Quando un popolo perde la fiducia nelle persone che governano, che amministrano, la propria democrazia, c'è solo da avere paura. C'è solo da preoccuparsi.
Perchè le accuse fatte dai giornalisti Deaglio e Cremagnani sono precise, basate su fatti concreti (il cui accesso è costato molta fatica): a chi ribatte dicendo che, nel precedente film “Uccidete la democrazia”, manca la “pistola fumante”, la prova provata dei brogli, basta rispondere coi dati e coi fatti accertati.

È accertato, perchè lo ha detto il ministro, che c'è stata una violazione dei sistemi informatici del Viminale. Chi ha plasmato, truccato, cambiato il voto del 9-10 aprile 2006 era la più famosa e agguerrita organizzazione di spioni, dai tempi della P2 e dello scandalo delle schede del Sifar (semmai ne avete sentito parlare).
Era il Tiger team di Ghioni, che pochi mesi dopo le elezioni sono finiti in galera insieme ad un alto esponente dei servizi segreti e che sono oggi accusati di concorso in sequestro di persona, associazione a delinquere, spionaggio di ogni genere, intrusione informatica. Ma all'epoca erano solo la potente security di Telecom.

Uno dei fatti raccontati dall'inchiesta (e dal DVD) é la manipolazione dei dati di voto nel passaggio dalla prefettura di Catania al Viminale. Le schede bianche erano registrate inizialmente come 36, per diventare poi 19000.
Quello di Catania è capitato anche a Como e in altre province d'Italia.
Province nelle quali era avvenuto, ad una settimana dal voto, l'avvicendamento dei prefetti. 14 prefetti cambiati prima del voto.
Parliamo poi delle schede contestate: nei giorni successivi al voto si parlava di 44000 voti contestati circa. Un'enormità, che aveva suscitato subito i dubbi da parte dei magistrati delle Corti d'Appello, che ricevevano i voti e i verbali dalle circoscrizioni.
Per giorni, di questi dati, se ne è fatto un uso mediatico, senza che il Viminale e il ministro degli interni, smentisse i dati. Dati che sospendevano la legittimazione della vittoria del centrosinistra, perchè questa poteva andare all'altro schieramento.
Cosa sarebbe successo se l'ex premier avesse bloccato i voti con un decreto legge?
Diliberto, dei comunisti italiani (tra i pochi a chiedere una commissione d'inchiesta), ha affermato che in quei giorni siamo stati ad un passo dal “caos istituzionale”. Ad un passo dal Colpo di Stato.
Ma poi il Viminale, su pressione dei magistrati e dei giornalisti che hanno sin da subito parlato delle anomalie del voto, corregge i dati sulle schede nulle, riducendole a 3000.
La vittoria è salva: da allora nessuno del centrosinistra torna a parlare di brogli.

Tante cose ci sarebbero da chiedere ai protagonisti di questo giallo:
perchè il contratto con Telecom, Eds e Accenture, sul voto elettronico (un contratto da 32 ML di euro) è secretato, come fosse un segreto di stato?
Cosa si ha detto o fatto Minniti (attuale sottosegretario agli interni) al Viminale, nella mezzanotte del 10 aprile?
Perchè si è scelto il Tiger Team per controllare la sicurezza della rete del ministero degli Interni, quando questi erano già sulle pagine die giornali per gli scandali del Laziogate?
Perchè l'ex presidente del Consiglio continua a parlare di brogli elettorali (e nessuno lo convoca come persona informata sui fatti), smentendo Cassazione, magistratura, il suo ministro Pisanu .. citando i casi di Calabria e Campania?
Perchè è vero che in quelle regioni c'è stato un crollo delle schede bianche, ma è stato a favore di Forza Italia.
Perchè in Val D'Aosta il crollo delle schede bianche non c'è stato? Forse perchè lì si vota senza passare per Roma e per il cyberspazio?
Come è possibili che in alcune circoscrizioni ci siano più schede che votanti (a Catania, Enna, Modica ...)?

Non è sufficiente per farvi venire qualche dubbio? Dovrebbe interessarvi, visto che il voto è (era) l'unico strumento che abbiamo (avevamo), come cittadini.
Perchè il silenzio della nostra sinistra? Perchè nessuno (o in pochi) ha chiesto una commissione d'inchiesta (chiesta invece in altre occasioni)?
Cosa è successo a noi italiani, che siamo così abituati a farci scivolare addosso ogni scandalo, che riguarda la nostra democrazia, la nostra classe politica?
Attenzione, che poco oltre, quello che ora chiamiamo repubblica, diventa dittatura.

Una democrazia senza la fiducia, non è destinata a durare. Un mondo politico (senza badare al colore del partito), “La Casta”, come giustamente li chiamano i giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, che non è più credibile, è giusto che sia destinata ad essere spazzata via. Ci sveglieremo in Argentina? Il sistema paese imploderà su se stesso? Si scatenerà la rivoluzione?
Io non lo so. Di certo, l'unica cosa che posso fare, è non stare zitto. Bisogna che la gente sappia.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Quante cazzate in quella tesi di Deaglio.
Nel 2008 e nel 2013 col CDX fuori da Ministero le schede bianche sono rimaste basse.
Solo 485000 nel 2008 e solo 395000 nel 2013.