04 marzo 2007

La mafia a Sanremo

Vincono i temi sociali a Sanremo di quest'anno. Il problema dei malati di mente e dei killer della mafia. Anche questa volta ci salviamo la coscienza: almeno sullo schermo della Rai, i cattivi li abbiamo sconfitti.

Come se i veri assassini fossero quelli che han premuto il grilletto (o premuto il tasto per l'esplosione) e non magari anche i boss come Provenzano (il Provenzano innamorato come è stato rappresentato da un fiction sulla stessa Rai, una settimana fa), i politici indagati per associazione mafiosa e concorso esterno in mafia.

“Se bastasse una bella canzone” ... per sconfiggere tutti i problemi dell'Italia staremmo a posto. Di cantastorie, di ballisti, di opinionisti dalla coscienza sporca ne abbiamo a bizzeffe. Peccato che manchino le persone che raccontino solo i fatti: come raccontava Marco Travaglio ieri sera da Fazio “tu racconti un fatto e ti dicono comunista”.
Travaglio passa per un personaggio scomodo, comunista, moralista, giustizialista: è semplicemente una mosca bianca, un giornalista onesto, come pochi altri.
Chiaramente in questo paese dove si scende a compromesso su questioni etiche, morali, giustizia, appare come una mosca bianca.
In questo paese “dove dal palazzo della solita damazza romana vedi uscire assieme noti mignottoni e cardinali, guardie e ladri, esponenti della maggioranza e dell'opposizione ..”.

Ma torniamo al festival. Mentre si premiava Fabrizio Moro, chissà cosa avrà pensato Provenzano mentre lo guardava in televisione.

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