08 marzo 2007

La camera rifinanzia

Nonostante l'assenza di esponenti della sinistra (presunta) "radicale" e l'astensione della Lega, alla Camera il rifinanziamento delle missioni militari passa.

Sul ruolo della sinistra radicale leggetevi l'articolo di Marco Travaglio riportato da camisciolti. Una sinistra, tanto radicale su questioni lontane, come l'Afghanistan (ma non per questo meno importanti).
Ma anche tanto assente su altre, più vicine, ma non meno importanti.

Chissà cosa ne pensano Cannavò, Caruso, Cacciari del Prc e Luana Zanella dei Verdi (e cosa stanno facendo) sulle morti bianche (gli ultimi 3 morti nel bergamasco), sugli scandali finanziari (che fine ha fatto la proposta di legge sulle Class Action?), sul dossieraggio del Sismi (Pio Pompa è tornato al suo posto, lo sapevate?), sui morti per l'uranio impoverito ....

Sulle ragioni del no al rifinanziamento ho letto l'articolo su Peacereporter. Che in nove punti espone le sue ragioni a favore del ritiro:

- La metamorfosi della missione ISAF: non più missione di pace ma di guerra.
- L’escalation del conflitto: 2.000 morti nel 2005, 6.000 nel 2006 e già 250 nei primi 15 giorni del gennaio 2007. Emblematico l’aumento delle perdite tra le forze di occupazione Usa e Nato: 68 nel 2002, 57 nel 2003, 58 nel 2004 e poi 129 nel 2005 e 191 nel 2006.
- Due conti in tasca: La missione militare italiana in Afghanistan ISAF costa ai contribuenti circa 300 milioni di euro all’anno.
- Le Ong e i militari: Le Ong chiedono al governo di non usare la scusa dell’umanitarismo per giustificare agli occhi dell’opinione pubblica decisioni di politica estera che nulla hanno a che vedere con il bene della popolazione afgana, e di valutare seriamente l’opportunità di continuare a partecipare a una missione “di pace” ormai indistinguibile dall’operazione di guerra Enduring Freedom.
- Dovevamo portare democrazia… l’autorità del governo Karzai non si è mai estesa fuori da Kabul. Le province sono rimaste sempre in mano ai signori della guerra e dell’oppio
- Dovevamo difendere i diritti umani… La triste condizione delle donne non è affatto migliorata. La tortura nelle medievali carceri afgane continua a essere pratica comune. In più avviene anche nelle strutture detentive militari Usa sparse per il paese: il “sistema Abu-Ghraib” è stato inventato in Afghanistan (a Bagram nel 2002) e solo poi esportato in Iraq.
- Dovevamo sradicare la piaga dell’oppio… la produzione di oppio afgano (che arriva da noi come eroina) è vertiginosamente aumentata, polverizzando il record storico talebano del 1999 di 91.000 ettari di piantagioni in 18 province su 32, con oltre 165.000 ettari coltivati a oppio in 32 province su 32.
- Dovevamo portare sviluppo economico e benessere… La massiccia presenza nel paese, e in particolare a Kabul, di stranieri pieni di dollari, ha avuto un devastante effetto inflazionistico
- Dovevamo ricostruire il paese… Il business della ricostruzione è un affare da 15 miliardi di euro in piena espansione, gestito in gran parte dagli Stati Uniti (tramite UsAid).

Avessimo almeno portato un pò di stabilità.
La camera rifinanzia «missioni umanitarie e internazionali»: ma i nostri militari continueranno a stare nelle retrovie?
Fino a quando la Nato lo permetterà?

Possiamo permetterci i costi di una guerra, in termini economici ed umani (le vittime, militari e civili)?

Ci sono due problemi: quello dei militari italiani in Afghanistan (impiegati in un contesto di guerra con regole d'ingaggio da missione di pace) e un problema politico, per il governo al Senato.
Ma ora la questione si sposta al Senato. E di fronte a un Fassino tranquillizzante per l'esito del voto, Gianfranco Fini - che pure ha votato a favore - avverte: "Se l'Unione non dovesse avere i 158 voti al Senato sul rifinanziamento delle missioni italiane all'estero, fra cui l'Afghanistan, si aprirebbe un enorme problema politico".
Technorati:

2 commenti:

mario ha detto...

Hai visto il film "muro di gomma"?
Stessa situazione.E' come ululare alla luna.
Ottimo post

alduccio ha detto...

Bel film, quello di Risi, come anche lo spettacolo di Marco Paolini su I-Tigi