08 febbraio 2007

Finanziaria di guerra: più caccia per tutti

"Il sottosegretario alla Difesa, Lorenzo Forcieri, ha siglato oggi a Washington con il vice segretario alla Difesa americano Gordon England, il protocollo d'intesa (Memorandum of understanding) che prevede la produzione, il supporto e il successivo sviluppo del caccia statunitense da combattimento Joint Strike Fighter JSF-F35. L'adesione dell'Italia al programma comporterà un costo complessivo di 903,2 milioni di dollari dal 2007 fino al 2046." (da unimondo)

L'Italia ha già speso per questo faraonico progetto 638 milioni di dollari per la fase di sviluppo e l'adesione al programma di fatto costerà complessivamente 1018 milioni di dollari, ai quali vanno aggiunti altri 903,2 milioni di dollari per la fase di implementazione e produzione.

A cosa ci serve questo caccia? Alla nostra sicurezza? No, non verrà usato dalla nostra aviazione.
A creare più posti di lavoro? Nemmeno
"Anche la la ricaduta positiva sulla nostra economia non è così poi allettante come ci si è fatto credere: i 10.000 occupati per 45 anni sbandierati nel giugno scorso dall’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Antonio Tricarico, si sono subito sgonfiati a 1.000 occupati (200 diretti ed 800 per indotto) per 10 anni nelle nuove stime" - nota Rete Disarmo.
Bisogna dire chiaramente che i soldi che l'Italia mette in questa fase non avranno alcun beneficio diretto sull'occupazione nel territorio novarese" - evidenzia Gianni Alioti della FIM-Cisl."

“I caccia Joint Strike Fighters – scrive il tavolo di lavoro di Cameri, dove verrano forse assemblati– sono bombardieri da guerra aerea, trasportatori di bombe e potenziali trasportatori di testate nucleari. Costeranno ai cittadini italiani da 150 a 250 milioni di euro l’uno per un totale da 20 a 30 miliardi di euro è prevista l'ordinazione di 131 velivoli!".

Nell'ultima finanziaria l'aumento delle spese militari (che aggira sui 20 miliardi di euro) è stato del 10%.
Ne risponde il ministro Parisi in un intervista a Famiglia Cristiana:
"Guardi che le spese che stanno veramente crescendo sono sotto gli occhi di tutti, ma nessuno le vede. Pensi alle porte sempre più blindate, alle polizie private, all’acquisto di armi per autodifesa, alla crescita della criminalità organizzata. Di fronte al diffondersi della "violenza ingiusta", l’uomo non ha trovato finora altra risposta che quella di affidare il monopolio della "forza legittima" allo Stato, sotto il controllo della legge. In questa prospettiva, ogni Paese deve fare la sua parte: da solo e insieme con gli altri. La sicurezza ha dei costi. All’interno di ogni Paese come all’esterno. Costi dolorosi in vite umane e in risorse. Se vogliamo continuare a dormire sonni tranquilli, bisogna che qualcuno vigili su di essi."

A cosa serve allora? Per la sicurezza internazionale, diranno. Un altro tassello della democrazia esportata con le bombe.

1 commento:

Cloroalclero ha detto...

alla fine questo tuo post lascia incazzati e senza parole.
Ciao
Cloro