04 novembre 2006

Annozero: l'evasione fiscale

Puntata di Annozero tutta dedicata all'evasione fiscale: i numeri, gli strumenti per la lotta, cosa ha fatto (o sta facendo) il governo e i precedenti altri.
Ospiti l'economista Brunetta, Giulio Sapelli, il ministro Di Pietro e i giornalisti Marco Travaglio e Filippo Facci.

I numeri:

  • 19 miliardi di euro l'evasione accertata nel 2000: solo il 2% è stato recuperato nel 2005.
  • 100 miliardi di euro il totale delle tasse non pagate ogni anno.
  • il 45% delle società italiane non ha pagato le tasse perché ha dichiarato reddito zero nel 2004.
  • 354 aziende italiane dichiarano meno di 500 milioni di fatturato.
  • Di queste, 164 non hanno versato tasse.
  • Secondo Fisco oggi, l'evasione pesa per 2000 euro per ogni cittadino.


E dunque meno tasse significano meno scuola, meno sanità, meno strade, meno servizi ...

Sapelli ha esordito evidenziando la diversa concezione del reato fiscale tra noi e l'America. Qui c'è una minore sanzione morale, lì è servito a far arrestare Al Capone. Perché viene considerato come un reato infame dagli americani, che hanno molta confidenza nello Stato.

Di Pietro: in Italia si scambia la causa con l'effetto. Si dice che le tasse non si pagano perché troppo alte. Il nostro impegno è farle pagare, meno, ma a tutti [il che ricorda lo slogan meno tasse per tutti ...]. Impegno che, nei passati governi e in parte in questo, è stato insufficiente per prevenzione. Avrei introdotto una norma in finanziaria per la deducibilità delle spese dei privati per beni e servizi. E sul piano della repressione, non si possono fare indulti e condoni.

Brunetta: la colpa dell'evasione è dello stato che si mostra debole, ferraginoso, con leggi che cambiano sempre. Questo da molti alibi ad un cittadino. Brunetta, che mi ha fatto una buona impressione rispetto ad altri interventi in altre trasmissioni, ha tirato in ballo la nostra etica.

L'etica Protestante premia chi guadagna tanti, perchè ha dimostrato di valere tanto.
Nell'etica Cattolica il ricco tende a nascondersi. Etica del furbo, che cerca di pregare gli altri per pagare meno e non essere considerato un fesso.

Il reportage su Rimini e San Marino
In questa zona ci sono 150 barche; ma solo 73 riminesi dichiarano più di 200000 euro di reddito. Eppure i soldi ci sono, a giudicare dalle barche ormeggiate al porto: barche da 1, 2 fino a 3 milioni. Per il solo mantenimento si arriva a spendere 200000 euro.
A San Marino si pagano poche tasse, puoi aprire in fretta un conto corrente: tanto in fretta che è la banca stessa a venire a prenderti i soldi a casa tua per portarli in questo paradiso fiscale. Neanche lo sforzo (e il brivido) di esportarli come un contrabbandiere ...
Le dichiarazioni dei redditi sono fatte a forfait, quando chiedi ai commercianti come mai vendono merce tarocca si arrabbiano “qui non potete fare il vostro comodo. Tornate in Italia!”.
C'è il sospetto da parte della procura di Rimini (Franco Bettaglino) e del capo degli ispettori della Finanza (Villiam Rossi) che verso San Marino ci sia un flusso di denaro con una origine poco chiara. “Oltre il confine non controllano” diceva Rossi.

A San Marino esistono società intestate a prestanome, società finanziarie anonime: entità create per generare fatture, per evadere l'IVA. D'altronde Rimini è al primo posto tra le province romagnole per evasione.
Ci sono in tutto 5000 aziende sul territorio: 87 aziende per chilometro quadrato. Nel 2004 sono state immatricolate 30500 automobili su una popolazione di 34000 abitanti. Numeri che balzano all'occhio: conviene aprire una società qui. Si pagano meno tasse, o non si pagano. E nessuno controlla. Perchè il reato di evasione fiscale non è perseguito.

Intervista Rula Di Dietro: In Italia manca la certezza della pena. Il malato è il processo. Tutti i processi celebrati oggi non produrranno nulla probabilmente, a causa dell'indulto.
A proposito dello spionaggio fiscale, Di Pietro spiegava come questo indichi che in Italia non si fa fatica a trovare l'evasore: il problema è arrivare ai processi. La GdF li trova: ma lo stato non intasca quanto dovrebbe pretendere.

Lei cosa farà, incalzava la giornalista, che non voleva sentirsi rispondere “io vorrei fare" da un ministro [magari Di Pietro potesse fare ...].
Di Pietro farebbe così, per la lotta: gli evasori recidivi in carcere. Aggiungerei alla finanziaria la norma per dedurre le spese su servizi per rompere il patto tra evasore e compratore. Circa la grande evasione (i paradisi Cayman, Vaduz, ...): gli Stati internazionali dovrebbero smetterla con la loro ipocrisia. Cercano di mantenere un'immagine pulita al loro interno per fare poi le loro porcherie, e lavare i panni sporchi, in quegli stati.

Sulla questione Autostrade-Abertis, cui ha negato il consenso, ha aggiunto che quell'aziende non poteva portare in dote al matrimonio quello che non ha. Ha solo la concessione della gestione delle strade. Ma se poi non realizza i progetti per migliorare i servizi per i cittadini, allora bisogna rivedere la concessione. 2 miliardi di euro di opere non sono state realizzate: allora come spiegare il corrispettivo del pedaggio?

Intervista Rula Brunetta: “non sono favorevole ai condoni. Sono una sconfitta dello Stato”, ha esordito. Ma, continuava, hanno dato effetti benefici: come il maggior gettito fiscale del 2006, e il fatto che l'anno scorso abbiamo avuto meno tasse. Il governo Berlusconi, in 5 anni ha recuperato tasse per 28 milioni di euro (quello precedente solo 5).
Sulla depenalizzazione del rato di falso in bilancio ha voluto spiegare come, solo in assenza di danni nei confronti degli azionisti e sotto una certa soglia, non si va in carcere.

Sugli sprechi delle regioni, sull'aumentata spesa corrente, ha ammesso di non aver fatto abbastanza. Per palazzo Chigi è passata da 214 a 373 milioni di euro. Ma nemmeno il governo Prodi sembra voler fare qualcosa. Inoltre il governo, per evitare lo sciopero degli statali, sta mettendo un'emendamento di 700 milioni. Gli statali avranno un contratto rinnovato e superiore a quello di un metalmeccanico.

Reportage su San Marino, parte 2: la seconda parte parlava degli imprenditori Valli, della Wonderfood. Considerati evasori dalla guardia di finanza, secondo una legge del 1986 che stabilisce che se una società fa prodotti per l'Italia, dovrebbe pagare le tasse in Italia. E non a San Marino, dove si paga solo il 19%, contro il 33% dell'Italia. In USA il 35% sui profitti e il 30% sugli utili residui.

In studio Sapelli però sottolineava come la maggior parte delle aziende italiane (il 90%) ha meno di 10 addetti. Possiamo considerarle vere aziende? Le piccole e medie imprese dovrebbero avere un sistema più semplice di tassazione.

Facci, Travaglio e la questione Mills: chi è Mills? Che ruolo ha nel processo All Iberian contro Berlusconi? Lo hanno spiegato i due giornalisti.
Mills l'impunito, secondo Facci. Gestiva negli anni 90 la galassia Mediaset all'estero. E' stato chiamato a testimoniare, contro Berlusconi, nel processo All Iberian.

Tutto parte nel 2004, quando il fisco inglese gli chiede conto di un deposito di 600000 $, non dichiarato al fisco. La prima versione di Mills parla di un regalo da parte di Berlusconi, “per non aver detto tutto al processo”.

La seconda versione invece parla di soldi che un certo Attanasio, già condannato per frode a Napoli, gli avrebbe lasciato in gestione. Sarebbe un ricavo guadagnato da investimenti, dice. Sul quale non ha voluto pagare le tasse. Avrebbe detto che si tratta di un regalo da parte di Bernasconi (manager Mediaset) perchè così non avrebbe pagato tasse su quei soldi.

Di questi soldi l'avvocato Mills ne parla coi suoi commercialisti i quali, incredibile a credersi in Italia, avvisano il NCIS, l'anti-riciclaggio inglese. L'ipotesi di reato parla di evasione fiscale e di falsa testimonianza.

Ma a quando risalirebbe la testimonianza? Mills non avrebbe parlato di una telefonata, il 23/11/1995, nella quale si parla dell'arresto di manager del gruppo per soldi dati a Craxi. Berlusconi gli avrebbe spiegato “si è vero, ma non ti preoccupare: si tratta di un finanziamento illecito al partito socialista”.

Erano gli anni nei quali Fininvest stava entrando in borsa: cosa sarebbe successo se la vicenda del finanziamento ai partiti fosse venuta fuori. Secondo l'accusa, al processo di Milano, sarebbe questo quello che Mills avrebbe taciuto, dietro il compenso di 600000$.

Secondo Travaglio è assurdo che uno metta nei guai Berlusconi, per non colpire uno sconosciuto come Attanasio.

Il nocciolo della vicenda è il seguente: chi ha dato quei soldi all'avvocato. Secondo Facci esistono delle carte che proverebbero che sono di Attanasio. Rimane il fatte che molte di queste sono ancora in Inghilterra. Mills si è messo a posto col fisco a casa sua: ma la procura di Milano non gli ha creduto (quando dice che i soldi non provengono da Mediaset/Bernasconi). Si aspetta che la difesa presenti le carte che smentiscono l'accusa al futuro processo.

Non sapremo mai come andrà a finire – sbottava Di Pietro – perchè il processo andrà in prescrizione nel 2008.

Reportage su San Marino terza parte: la giornalista ha intervistato Marco Bianchini, presidente della Karnak. Assieme alla Woderfood dei Valli, questa azienda è finita nel mirino della Guardia di Finanza per il reato di evasione fiscale.

L'azienda fattura 120 ML di euro, in gran parte per affari verso l'Italia. Bianchini è riminese (cattolico: ha un crocifisso in ogni ufficio dell'azienda). Alcune aziende del gruppo stanno in Italia: perchè non paga le tasse in Italia.
La Karnak, tra l'altro è un'azienda anonima (una forma societaria che esiste in San Marino ma non in Italia): significa che non sappiamo chi sono i soci oltre Bianchini.

Secondo la GdF l'azienda ha evaso le tasse per 114 ML di euro. Al cattolicissimo Bianchini.

Dibattito Brunetta Di Pietro: il ministro ha voluto mostrare il danno della depenalizzazione del falso in bilancio con 2 esempi.

Nel processo All Iberian: dopo la legge il giudice ha sentenziato di non doversi a procedere.
Romiti era già stato condannato in via definitiva: ha chiesto la revisione del processo (sempre a seguito della depenalizzazione). Sentenza che è stata di fatto annullata, assieme alla sua condanna definitiva.

Brunetta aveva detto che esisteva una soglia per la non penalizzazione: è il 4% del fatturato. Dunque il povero Cristo risponde sempre del reato. Inoltre, il falso in bilancio serve per commettere altri reati (frode fiscale, appropriazione indebita .. ): per questo andrebbe sempre punito penalmente.

Brunetta ha risposto che non è vero che nessuno va in galera: Tanzi ad es. è finito in carcere. Secondo l'economista, se il danno non è grave, come entità, è giusto che non ci siano risvolti penali.

Cosa fare allora? Sapelli si è detto favorevole alla norma, voluta dal viceministro Visco, che permette allo stato di conoscere quanti conti ha un cittadino. E dove. Si è parlato di Stato di Orwell: ma in realtà in America, anche senza autorizzazione, l'agenzia delle entrate può entrare nei conti correnti delle persone.
Si usa lo strumento informatico per combattere l'evasione. Deve essere garantito però, secondo Brunetta, che non ci siano “manine” che diano i nostri dati alla concorrenza o ad altri.

Per concludere: maggiori strumenti e fondi per l'evasione, poter scalare dalle tasse certe spese e basta condoni.
Infine, proposta di Di Pietro, gli stati internazionali dovrebbero effettuare un embargo commerciale nei confronti dei paesi off-shore.

La puntata si è conclusa con la seguente constatazione (che trovava d'accordo Facci con Travaglio): la vicenda Mani Pulite si concluse quando l'inchiesta cannibalizzò il paese. Quando la Guardia di Finanza arrivò a contestare gli scontrini alle singole persone. Quando la giustizia bussò alle porte di casa nostra. Allora tutto si bloccò: sintomo di una coscienza civile che non esiste, nel nostro paese.

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

A san Marino vanno ad evadere non solo i Riminesi o i Romagnoli, ma da tutta Italia. Questi sono le frodi che si verificano maggiormente:
creazione di società "lavatrice" società che con denaro riciclato acquistano merce fittiziamente che molto spesso non transita nemmeno fisicamente a san marino e se transita i camion scaricano e caricano. Importando a San Marino la merce è senza iva, poi esportano a società italiane che aprono e chiudono nel giro di pochi anni facendo sparire la merce fatturata da san marino, merce destinata al mercato nero con un prezzo diminuito del 20% per effetto dell'evasione di iva senza considerare che sul mercato nero non si pagano imposte dirette.
Ricordo che a san marino ci sono appartamenti che ospitano 7/8 società intestate a prestanomi sammarinesi che fanno false fatture per svariati milioni di euro.
- Le imprese sammarinesi o falsamente sammarinesi in quanto dietro vi sono imprenditori italiano hanno come pratica commerciale la sovrafatturazione: vendo un prodotto con una fattura con prezzo doppio rispetto al reale. In questo modo consento al committente di evadere imposte con costi fittizi creando fondi neri nelle banche sammarinesi. Le imprese sammarinesi si fanno pagare un 10% per queste false fatture; l'impresa italiana risparmia il 40/45%. Questo oltre ad essere un sistema per frodare il fisco italiano costituise una pratica di "concorrenza sleale".
- Noleggi fittizi di auto targate san marino a italiani in modo da evadere l'iva.
- Vendita di auto nuove con ritiro di usato da imprese a prezzi inferiori rispetto al reale in modo che queste evitano di pagare le imposte sulle plusvalenze (evasione di imposte dirette).
- Sammarinesi che figurano residenti a san marino ed invece risiedono in Italia.
- Italiani che figurano essere residenti a San Marino e invece risiedono in Italia.

Come è possibile che non ci si renda conto della montagna di evasione e di sporcizia che si addensa in questo stato incastonato sul suolo italiano ?
Che scambio di informazioni abbiamo con l'amministrazione fiscale sammarinese ? Nessuna informazione tant'è vero che all'agenzia entrate italiane l'ufficio tributario non consegna neppure il modello IGR (equivalente al CUD italiano) in modo da poter controllare se chi lavora a san marino dichiara i redditi in italia. Senza poi parlare di quella moltitudine di collaboratori italiani che a san marino pagano un 15% su redditi che possono arrivare anche a centinaia di migliaia di euro senza che vengano dichiarati in italia (si pensi agli amministratori italiani di società finte sammarinesi); in questi casi l'agenzia entrate non ha nessuna possibilità di rintracciarli.

Come può l'opinione pubblica e la nostra classe politica accettare questo e/o farlo passare sotto silenzio. Guardiamo fuori al Lichtestein, Monaco, Svizzera, Andorra ed è giusto, ma guardiamo anche a san marino perchè ce n'è tanta di "monnezza fiscale". Probabilmente non ci saranno i grandi nomi, ma una moltitudine di richhi furbi rappresentanti della media e piccola imprenditoria (ricca), professionisti ed anche ricchi dipendenti sicuramente si.
Svegliamoci e attacchiamo questo stato San Marino truffa.

alduccio ha detto...

Difficile che la classe poiltica non veda questa sporcizia, questa evasione ... e che non ne abbia fatto o ne faccia uso.
Aldo

Anonimo ha detto...

è BENE CHE CMQ QUALSIASI PERSONA CONTROLLI PERSONALMENTE LE ATTIVITA' LECITE O ILLECITE NEL PROPRIO STATO, INVECE CHE GUARDARE SOLO AI PROBLEMI DI NOI VICINI SAMMARINESI, SE ESISTE UNA REPUBBLICA, LA PIU' ANTICA DEL MONDO, E L'ITALIA PERMETTE CHE SUCCEDA TUTTO QUESTO, BE' CREDO CHE SIA IMPORTANTE ANCHE PER GLI ITALIANI (POLITICI MA NON SOLO...) CHE TUTTO QUESTO AVVENGA...
CON MISURE RESTRITTIVE TUTTO CIO' NON AVVERREBBE NO?? CMQ PENSIAMO ANCHE AL TEMA "SICUREZZA", O ALL'EVASIONE ITALIANA IN LICHESTEIN, PIUTTOSTO CHE ALL'EVASIONE A SAN MARINO E BASTA...

Anonimo ha detto...

Troppo facile nascondersi sempre dietro la Repubblica piu' antica del mondo. Il fatto è che i sammarinesi e i politici sammarinesi sono bravi a coprire le malefatte dei loro concittadini e degli italiani che a san marino fanno affari. Abbiate il coraggio di abolire il segreto bancario, abbiate il coraggio di dare informazioni allo stato italiano e alla magistratura italian quando ve lo chiedono, già vorrebbe dire che i furbi italiani che hanno interesse a che tutto questo avvenga li mettiamo in buca, e poi possiamo pensare al Lichtestein che è più lontano e con il quale il riciclaggio di merce è più difficile........ non parlano romagnolo. Perchè i sammarinesi non vogliono smettere di fare soldi col contrabbando......... forse avrete un po' meno soldi, ma più puliti......... In Italia ci sono anche quelli che sono onesti e che non vanno a San Marino fare il deposito del nero......... anzi subiscono concorrenza sleale da quelli che ci vanno e sono molto incazzati.