09 luglio 2006

Lettera ad un amore mai nato

Cara QWERTY,
ho deciso di scriverti una lettera. Così io potrò cercare di dirti le parole che ho in mente da (troppo) tempo, senza paura di bloccarmi o di bruciare per la vergogna. E tu, d'altro canto, sei libera di leggerle o meno, di starmi a sentire (ti pregi di metterti comoda) o lasciar perdere tutto, stracciando questa pagina.
Una lettera rimane sempre una lettera, un pezzo di carta cui diamo un certo valore sia dalle parole scritte, sia in base alla considerazione chi chi l'ha scritta. Allora perchè non usare le parole?
Non sarebbe tutto più semplice e diretto.
Perché non ce la faccio. Non ne ho avuto il coraggio, allora né adesso.
All'inizio ti vedevo come una delle tante persone, anzi forse non ti vedevo nemmeno. Non mi ero accorto .. e quando ho iniziato a vedere la luce che irradiavi, quel senso di luminosità, che proprio non riuscivi a trattenere, era già troppo tardi.
Ho provato ad avvicinarmi allora, il volto oltre la luce, quel sorriso che è come il sole per mille anni e quello sguardo che sembra entrarti dentro come una spada.
Ma sentivo come un fuoco che mi bruciava. Io una candela e tu il fuoco che mi bruciava.

Belle parole, forse. Ma sono solo parole che non ti ho detto, che mi sono tenuto dentro. E come tutto ciò che rimane al chiuso, senza prendere aria e luce, è destinato a marcire.
Per questo sto scrivendo: come un naufrago che lascia il suo “messagge in a bottle”, nella speranza che qualcuno lo raccolga.
Mi è capitato qualche volta di sognarti. Sognavo di poterti parlare, liberamente, senza freni né paure. Come se fossimo semplicemente due amici. Due persone normali che si conoscono.

Potevo parlarti, toccarti addirittura. Una volta, tu non lo sai, ti ho anche baciato. Potevo illudermi che noi due potessimo avere un futuro, e io una speranza.
E, alla fine, ero terrorizzato da quelle immagini. Ma non come si può temere un incubo, visto che non c'era niente di spaventoso in queste. Anzi ...

Ero in preda la terrore di dovermi svegliare.

Perché, ti chiederai allora, questa lettera? Perché dopo tutto quello che poteva esserci e non c'è stato, dopo tutto quello che ho sognato, provato, pensato, sperato, l'idea che di me ti rimanesse solo un numero di cellulare e qualche misero SMS, mi sembrava veramente squallida.
Nella speranza che tu riesca a non odiarmi troppo.

3 commenti:

Ester ha detto...

bellissima, hai scritto tutto cio' che ho dentro, posso prendertela? spero non ti spiaccia, la vorrei dedicare a una persona!!

Antonella ha detto...

Sono passati anni... Come stai ora? Chissà che non siamo malati, noi che ci perdiamo il presente mentre lo stiamo vivendo e, poi, cerchiamo di recuperarlo quando è ormai impossibile farlo...

alduccio ha detto...

si, malati e con poche speranze di cura