14 giugno 2006

Incontro con Paola Barbato

L'incontro è stato condotto da Luca Crovi, che ha esordito parlando della nascita del libro: pubblicato capitolo dopo capitolo (il venerdì sera) e messo online sul sito Ipinguini.com
Paola: "non avevo idea del finale, fino a metà del libro ho brancolato nel buio." Scriveva i capitoli il venerdì sera e poi li mandava a Mauro Marcheselli, che se li doveva leggere la notte prima di pubblicarli.

Per accendere la discusssione (e togliere un pò dall'imbarazzo l'autrice) la parola è passata all'editor di Dylan Dog Bonelli: "Un giorno riuscirò a farmi eleggere Duce e riuscirò a proibire libri oltre 94-100 pagine. Se per te (rivolto a Paola) è stato un piacere scrivere capitoli da 100 apgine alla volta, pensa a chi come me li deve leggere"
Bonelli ha poi fatto i complimenti a Paola, ricordando come, dal suo ingresso come sceneggiatrice del fumetto, questo ha dato una svolta, orientandolo di più verso i lettori di oggi. Bonelli rimane, e ha tenuto a sottolinearlo, un lettore di ieri, dei gialli poco voluminosi.

Prima domanda sul libro "Hai scelto di ambientare il thriller in Italia, ma uno potrebbe anche immaginarselo in un altro paese"
"Scrivo sulla mia esperienza diretta. Scrivo di personaggi che siano riconoscibili nel nostro vissuto"
E riguardo alla scelta di caratterizzare negativamente i personaggi (come Giuditta Licari, la protagonista) "Non penso che ci siano persone tutte o bianche e tutte nere. Tutte le persone sono in parte grigie, per questo i personaggi non sono del tutto buoni o cattivi".

Sulla scelta di rappresentare così nel dettaglio i delitti "Ho tolto al delitto l'aura di mistero che tende a distaccare il lettore. Avere un contatto reale con la morte spogliandola di tutta la sua simbologia (come fosse carne appesa in un macello). Poi ci si abitua alla morte e si mette in primo piano le crudeltà reali ".

Il personaggio dei Giuditta è una persona sgradevole: bruttina e antipatica "E' troppo facile cercare l'identificazione del lettore nel protagonista. Magari con un personaggio buono e bello, che alla fine scopre l'enigma. Il lettore deve far fatica ad affezzionarsi al personaggio, oppure se ne deve distaccare. Per questo ho scelto di rendere Giuditta bruttina".

"Mi interessava non dare una motivazione all'assassino. Un assassino che uccide senza ragione, per compiacimento è una cosa che disturba e scuote le certezze di chi legge. Molti assassini seriali sono stati dicharati pazzi, o incapaci di intebndere, e ci si mette aposto la coscienza. Ma quando sento parlare Stevanin, non penso ad un pazzo".
"Già il titolo, Bilico, da fastidio, come termine. Perchè non è possibile descriverlo con poche parole".

Paola ha voluto poi parlare dell'associazione per combattere la Corea di HUNTINGTON, una malattia che ha colpito un suo caro amico. Da qualla morte ha deciso di far qualcosa: il 5% del libro viene devoluto per la ricerca. Paola ha addirittura cercato di entrare nel cast del Grande Fratello, sperando, una volta nella csa, di poter parlare della malattia, per la quale non si riesce ancora a trovare nessun testimonial.
E, inoltre, la casa del GF, sarenne anche un ottimo ambiente per un noir. (come già avvenuto per l'ultimo libro di Giuseppe Pederiali, Camilla e il grande fratello).

Crovi ha poi annunciato che esiste già un'opzione sul libro, per una produzione televisiva o cinematografica.L'autrice ha poi parlato del suo rapporto con i disegnatori (delle sue sceneggiature) "mi odiano perchè sono verbosa, ma poi riesco ad instaurare un buon rapporto con loro. Mi ritengo fortunata".E anche del rapporto con i lettori "vorrei che non si sentissero sicuri. Perchè avere paura spinge ad essere più cauti. Se al mondo fossero tutti più cauti, penso che staremmo meglio".
E un consiglio "leggetelo tutto di fila, non a pezzi. Bilico può essere un libro e tre libri: la parte iniziale, la seconda (col colpo di scena), e poi di nuovo la prima che si rilegge nuovamente alla luce delle rivelazioni finali".

Bilico ha molto di Paola Barbato, come donna: coma la caratteristica di osservare gli altri. Come tutta l'angoscia presente: "sono anch'io una persona angosciata".
Infine la mia domanda: "Si è divertita a scrivere la seconda parte?"
"Certo: nella prima ho divuto tenere il freno a mano, per disseminare il libro degli indizi, che tornano poi utili nella seconda. Sì: mi sono divertita di più dopo ..."
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2 commenti:

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Io leggo da quindici anni romanzi gialli di autori italiani e stranieri. Ho persino iniziato a scrivere per questa e altre ragioni. Ma Bilico è thriller, poliziesco, noir, oppure anche niente di tutto questo perché travalica e sintetizza, comprimendoli, questi tre generi.
Alla signorina Paola, che mi pare sufficientemente squilibrata per poter continuare a scrivere così come ha fatto finora, chiedo di scrivere e pubblicare urgentemente un altro romanzo, perché io sono già in crisi di astinenza. Grazie..
....Michelangelo Giglio sono io...