20 marzo 2006

W Italia - Ospedali

La seconda inchiesta di Riccardo Iacona parla dello sfascio degli ospedali, narrando l'odissea della signora, Anna Montalbo’, morta per un ematoma subdurale, ma anche (e soprattutto) per la disorganizzazione, per la mancanza di strutture ospedaliere nel salento.Come è possibile morire per un incidente domestico, avvenuto alle 9 di mattina?
La signora Anna avrebbe dovuto essere operata d'urgenza: ma poichè non furono trovate strutture adeguate, fu trasportata, alle 13:30 all'ospedale di Foggia. Dove arriva già morta.

Questo episodio è di spunto per scoprire una realtà, quella della regione Puglia, dove non esistono strutture sanitarie adeguate, con macchinari aggiornati, per la cura dei malati.Iacona, intervista il prof Serravrzza, dell'ospedale di Conversano: "il reparto di oncologia non me lo fanno perchè non sono schierato politicamente".

E allora il prof è costretto a ospitare i pazienti negli altri reparti, appena si libera un posto. Pazienti sottoposti alla chemioterapia, in 10 in una stanza, uno a fianco all'altro, perchè mancano spazi e infermieri.Una paziente "così è poco dignitoso".

Come sono stati spesi i soldi per la sanità? Sono stati letteralmente sperperati, come per la struttura oncologica di Lecce, che doveva diventare il quinto centro tumori in Italia.
Dal 1975, data di inizio dei lavoro, fino ad oggi, per questa struttura, che non è ancora funzionante al pieno, sono stati spesi 100 milioni di euro.
E le persone, in Puglia, per curarsi, sono costrette a rivolgersi a strutture private (emigrando in altre regioni), o ad enti privati come la Lega nazionale antitumori.

La prima inchiesta di Iacona, del ciclo, parlava del problema della casa a Milano.

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