08 marzo 2006

I trafficanti di Renato Di Lorenzo

Traffico di esseri umani, alta finanza (le tre regole del buon trader), vicende internazionali (la guerra in Iraq, la minaccia della SARS ..): questi gli ingredienti del libro definito il primo financial thriller italiano.
Di Lorenzo dimostra di avere molte frecce nel suo arco, molti argomenti su cui raccontare. Specie sulla realtà dell'Albania, un paese povero e maledetto, dove l'unica speranza per poter sopravvivere sembra quella di dover scappare. O, peggio, per i padri, vendere i propri figli.

Ma alcune cose del libro non funzionano: a partire dal personaggio principale.
Quel Samuel Monk, analista finanziario, che non riesce a essere del tutto protagonista. Perchè volutamente l'autore non lo ha plasmato come un eroe; oppure perchè in realtà sono le donne in questo libro le vere protagoniste.
Come Rachel, la ragazzina albanese che si rivolge a Samuel, determinata a sfuggire ad un destino che sembra inesorabile.Come Marella, l'attivista no-global,pronta ad impegnarsi in battaglie civili in prima persona.

Anche alcuni incastri, nella trama, appaiono molto fortunosi e poco convincenti. Molto più convincente e, purtroppo realistica, la parte relativa al traffico dei ragazzini e delle ragazzine, uno dei pochi traffici fiorenti nell'Albania di oggi.
Un paese che vive ancora su leggi tribali, vista l'assenza di uno stato centrale che tuteli i diritti delle persone. E dietro questi traffici, personalità rispettabili dell'insospettabile Svizzera che De Lorenzo definisce, con un certo giusto cinismo per il modo in cui inflenza l'economia mondiale, il killer (o il braccio armato) degli Stati Uniti.

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